In 35 anni di giornalismo, raramente abbiamo assistito ad un convegno così inutile come quello di “Tortona tra storia cultura e natura” che si è svolto martedì sera alla sala CRT.

Sgombriamo subito il campo: la colpa non è stata dei relatori che hanno fatto quello che è stato chiesto loro, ma degli organizzatori.

Il convegno, terzo di tre incontri, aveva come sottotitolo “Conoscere per promuovere e crescere insieme” e almeno nelle intenzioni degli organizzatori, cioè Comune di Tortona, Diocesi, Fondazione CRT ed Opera della Divina Provvidenza, era rivolto agli operatori economici per “migliorare la fruibilità del patrimonio della città”.

Doveva costituire, insomma, un’occasione di rilancio turistico di Tortona, quel tanto atteso rilancio che potrebbe veramente cambiare le sorti dell’economia locale.

Purtroppo non è stato così. In questa serata organizzata per promuovere il marketing territoriale, il sindaco Massimo Berutti ha aperto il convegno dicendo che non ci sono soldi e che lui avrebbe voluto fare tante cose, ma la situazione finanziaria che si è ritrovato glielo ha impedito.

E purtroppo certe cose senza soldi non si possono fare, anche se questo è tutto da vedere.

Poi, prima che i relatori iniziassero a parlare, il sindaco di Tortona se n’è andato perché (come lui stesso ha detto) veniva dalla seduta del consiglio comunale appena conclusa, che il Comune – inopinatamente – aveva deciso di convocare lo stesso giorno.

Forse Berutti era stanco per essere stato seduto due ore e mezza in consiglio a leggere risposte ad interrogazioni che i suoi collaboratori gli avevano preventivamente predisposto?

E l’assessore al turismo Giorgio Musiari? Presente in sala anche lui all’inizio che poi si è eclissato insieme al primo cittadino? Era stanco anche lui?

Ma come? Organizzano un convegno sul possibile sviluppo di Tortona e sul rilancio dei prodotti locali e i primi attori, quelli che dovrebbero essere i protagonisti della serata spiegando ciò che si potrebbe fare, se ne vanno?

Siamo rimasti basiti, poi, alla fine, abbiamo capito: sapevano già che il convegno sarebbe stato inutile e non avrebbe portato a nulla di concreto. Due ore perse a parlarsi addosso per dire cose trite e ritrite che ci sentiamo propinare da circa un quarto di secolo e cioè da quando ha chiuso la Mostra delle Attività Economiche del Tortonese.

Quali cose? Ma che Tortona ha potenzialità da vendere, che può diventare una città turistica in grado di richiamare gente, ha i monumenti, i prodotti locali, è ricca di storia, potrebbe fare la differenza, non ha nulla da invidiare a zone turisticamente più evolute come le langhe e che possiamo giocare un ruolo importante di sviluppo turistico nell’Italia minore.

Tutte cose giuste, per carità, ma le sappiamo già. Da tempo immemorabile!

 

DA 20 ANNI LE STESSE PAROLE: A QUANDO I FATTI?

Sono oltre 20 anni che sentiamo dire le stesse cose e ci rimbambiscono di parole: bla, bla, bla, tanto parlare, tanto fiato per bearsi delle bellezze architettoniche che abbiamo, degli splendidi prodotti che ci invidia tutto il mondo, di quello che si potrebbe fare, MA FATTI ZERO.

Zero iniziative perché gli organizzatori, come loro stessi ammettono, sono in grado di fare qualcosa solo se c’è denaro da dare ai vari soggetti.

Ma d’altro canto cosa ci si poteva aspettare da una serata alla quale hanno partecipato poco più di 50 persone, ma senza sindaci o assessori, senza mecenati o possibili finanziatori di eventi, industriali, operatori turistici, possibili fruitori del patrimonio storico artistico enogastronomico della città?

Come si può avere la presunzione di rilanciare Tortona e il Tortonese e di organizzare convegni come quello di martedì sera, quando in sala non sono presenti neppure gli operatori dell’informazione, quelli cioé che dovrebbero avere un ruolo determinante nella fase di rilancio turistico?

Per non parlare degli organizzatori dell’evento: vorremmo sbagliarci, ma in sala non abbiano visto nessuno della Diocesi e della Piccola opera delle Divina Provvidenza, organizzatori della serata insieme al Comune.

Ma come? Organizzi una manifestazione e non partecipi? Ma che credibilità puoi avere? Che immagine dai?

L’assenza di 3 dei 4 soggetti organizzatori, la dice lunga sulla validità della serata e del progetto stesso. Se non ci credono nemmeno loro che la organizzano…..

Il convegno di martedì, quindi, è stata la palese dimostrazione dell’incapacità organizzativa dei nostri politici locali.

E per politici locali non intendiamo soltanto gli amministratori comunali, ma tutti coloro che dovrebbero svolgere un ruolo “politico” cioé fornire imput e direttive per rilanciare la città.

Ci riferiamo ad Enti, Associazioni ed altri soggetti che a Tortona  “contano” che hanno la possibilità di fare e non fanno perché sono incapaci di organizzare qualcosa di veramente utile per lanciare turisticamente la città e il fatto che dopo 20 anni si ripetono ancora le stesse cose, mentre da altre parti fanno meno parole e molti più fatti, ne è la palese dimostrazione.

La ciliegina sulla torta è arrivata alla fine della serata, quando un responsabile di una fantomatica associazione locale, ha presentato il marchio dei prodotti tortonesi: “Tortona e il Tortonese terre d’incontro” che vedete alla fine dell’articolo.

Ma come? Esiste un marchio e non viene usato? E cosa aspettiamo?

Ma forse partecipare alla serata non è stato del tutto inutile: abbiamo capito che in questa situazione, con queste persone e con queste iniziative, Tortona non andrà mai da nessuna parte!

Angelo Bottiroli



 12 settembre 2012