Continuerà ad essere sindaco, assessore all’Urbanistica ed ai Lavori Pubblici. Probabilmente non rimpiazzerà neppure l’assessore Orsi Carbone perché così può lavorare meglio. Replica alle critiche, difende le sue scelte, il suo modo di interpretare la politica e di progettare la città del futuro. Questo è Massimo Berutti, sindaco di Tortona che illustra il resoconto di tre anni di mandato in nove domande: un’intervista a tutto campo al primo cittadino (che per comodità spezziamo in due parti) ponendo interrogativi che nessuno pone apertamente, ma sui quali i tortonesi si interrogano dando una propria interpretazione.

Giusta o sbagliata che sia, l’unica risposta che conta, per la città, è quella del diretto interessato, che affronta assieme a noi questi temi con grande serenità e coerenza, ma non nasconde il veleno nei confronti dell’opposizione e giudizi di sufficienza sui consiglieri che lo hanno tradito.

Nel programma elettorale erano delineate 4 macro aree di intervento: la città al servizio del cittadino, quella dello sviluppo, delle eccellenze e dell’ambiente. Si è visto qualcosina solo nei primi due settori niente negli altri. Cosa avete intenzione di fare?

Solo all’indomani del mio insediamento, nei mesi successivi in cui ho preso piena visione della situazione finanziaria, ho potuto confrontare il mio programma con la realtà del poterlo attuare. Ma è lì, sempre ben chiaro nella mia mente. La situazione a cui sono subentrato ha richiesto un Sindaco che governasse una emergenza, ed in questo impegno ho profuso i primi tre anni del mio mandato. Sono chiuso da tre anni in questo ufficio a trovare soluzioni a problemi ereditati. Ho perso il contatto con i miei cittadini, me ne rendo conto, ma non potevo permettermi di “fare il politico”, dovevo prima “fare il contabile”. Dopo tre anni di duro lavoro spero di essere riuscito nel far rientrare l’emergenza, e di poter tornare all’attività politica con la gente,in mezzo alla gente, non solo a lavorare per la gente, cosa che ho sempre fatto.

E’ stato realizzato il questionario del processo partecipato per discutere il futuro della città. I cittadini si sono espressi a favore di altri settori, ma il Comune ha varato una variante al Piano Regolatore basata sul potenziamento della logistica ignorando le indicazioni della gente. Perchè?

L’intenzione non era assolutamente di ignorare i cittadini, ma quella di tracciare la Tortona del futuro attraverso i desideri della gente. Una Tortona che cresce, che mette a frutto le proprie potenzialità sul territorio, garantendo una vivibilità urbana migliorata anche con l’attenzione all’ambiente. Il Piano regolatore è volto allo sviluppo di Tortona: potenziare la Logistica e farne una eccellenza che attiri insediamenti industriali sul territorio, ma al di fuori della città. Vogliamo valorizzare la vivibilità urbana intanto con il contenimento dell’inquinamento con questa conformazione, realizzando polmoni verdi nel centro abitato ma anche nell’ambito della piattaforma logistica, che non sarà una grigia accozzaglia di capannoni uno accanto all’altro, ma saranno delimitati da spazi verdi, vialetti, una zona industriale però vivibile. Comprendo i nostalgici della Tortona che fu, quella dei grandi insediamenti industriali, del lustro Tortonese legato alle eccellenze del territorio. La Tortona per cui sto lavorando è l’evoluzione moderna del prestigio che le apparteneva storicamente

Dopo le dimissioni di Orsi Carbone, la delega ai lavori pubblici è rimasta nelle mani del Primo Cittadino, ed unita a quella dell’urbanistica ne ha fatto il Sindaco più potente degli ultimi 30 anni di storia tortonese. Rimarrà così fino alla fine del mandato?

Credo di sì. Ho perso un eccellente collaboratore con le dimissioni di Orsi Carbone, però l’aver acquisito la delega ai lavori pubblici assieme a quella sull’urbanistica mi ha permesso di lavorare su un quadro tecnico generale di pieno orizzonte. Non credo di cambiare questo assetto in futuro.

All’indomani della vittoria al ballottaggio, tra tante dichiarazioni, una in particolare “Abbiamo ricompattato il Centro Destra di Tortona”. Dopo tre anni però Carabetta non vota più con la maggioranza, Porta è sempre assente e non vota e altri consiglieri votano a favore ma col collo storto. Perché? Cos’è successo nel Pdl?

Carabetta è persona visceralmente legata al passato, che pone in essere le proprie azioni sulla valutazione comparata al passato. Porta ha manifestato un debole spessore politico, nonostante gli abbia affidato due commissioni. Il gruppo sicuramente risente dell’instabilità a livello nazionale che si ripercuote anche a livello locale. Ho sempre reso la mia squadra partecipe di tutto, poi ognuno agisce e pensa in base alle proprie certezze o debolezze.

Quali sono i crucci del sindaco di Tortona? Cos’è che ha fatto più male a Berutti in questi tre anni di mandato?

In questi tre anni ho dovuto contrastare una opposizione che, pur nel contrapposto profilo politico, non ha mai sollevato critiche costruttive, bensì pure campagne denigratorie. Non ho problemi a sostenere una contrapposizione politica, fa parte delle regole del sistema, ma non mi stanno bene le posizioni assunte per partito preso: quello che fa Berutti non va bene, Berutti bollato a propri come non competente. Vediamo solo l’ultima di attualità, la vicenda Farmacom: creandola ho salvato 15 famiglie di Tortona dallo spettro della chiusura. Non va bene. Se non lo facevo e la lasciavo sotto ATM, non sarebbe andato bene. Ho deciso di chiudere con ATM e sono stato attaccato perchè illegittima, per una questione di numero di abitanti. Però Farmacom ha portato 4 milioni di euro nelle casse del comune, una boccata di ossigeno, questo non se lo vuole ricordare nessuno. Dovrebbero invece pensarci in maniera responsabile, il dissesto lo abbiamo visto proprio qui, vicino a noi, ad Alessandria.

Annamaria Agosti



 27 settembre 2012