La vicenda che ha riguardato la rivolta dei 40 lavoratori marocchini presso l’azienda agricola “Bruno Lazzaro” di Castelnuovo Scrivia è arrivata ad un punto di svolta: la scelta della ricollocazione, ora di 14 lavoratori licenziati verbalmente il 31 luglio cui poi probabilmente seguiranno gli altri, rappresenta una prima soluzione, seppur temporanea, attuata con un provvedimento tampone (attraverso borse lavoro della durata di 3 mesi, a 20 ore settimanali, per 530 euro interamente pagati dalla Provincia, ma senza garanzie di continuità lavorativa). Va bene la ricollocazione (questi lavoratori hanno bisogno di lavorare e subito!) ma restano diversi problemi da risolvere.

Praticamente i Lazzaro, in questo modo, si tolgono di torno i 40 lavoratori marocchini che hanno osato alzare la testa e chiedere i loro diritti: al salario, agli orari e alle condizioni di lavoro giuste ed umane, alla dignità. Non saranno più loro dipendenti, ma andranno a lavorare in altre aziende del territorio alessandrino, alle condizioni sopradette.

Al loro posto, continua a lavorare la cooperativa bresciana “Work Service” composta da presunti cottimisti indiani, in una vera e propria logica di intermediazione di manodopera!

E in un futuro prossimo, i Lazzaro troveranno sicuramente il modo di “passare il testimone” ad un qualche prestanome. I modi per farlo si trovano!

Ad oggi, restano sul terreno ancora molti nodi irrisolti: il mancato rispetto dell’accordo sindacale del 6 luglio 2012 e la conseguente attività antisindacale; l’intermediazione di manodopera della “Work Service”; l’impugnazione dei licenziamenti verbali del 31 luglio; le attività e gli scritti riguardanti la discriminazione razziale; le firme falsificate sui contratti stagionali e sulle buste paga 2012 dei lavoratori; le vertenze per il recupero degli arretrati e dei contributi evasi dai Lazzaro (a tutt’oggi, i lavoratori marocchini hanno percepito 750 euro medi a testa, a titolo di arretrati); la regolarizzazione degli irregolari a seguito della denuncia di riduzione in schiavitù; la collocazione abitativa della lavoratrice attualmente ospitata presso una cooperativa di Solero; le varie denunce penali per le infrazioni delle leggi sull’immigrazione e tutto quanto il resto (ricordiamo che, come hanno più volte denunciato i lavoratori, gli stessi hanno pagato mediamente 2.500 euro ai Lazzaro per i rinnovi dei permessi di soggiorno! Dove sono finiti quei soldi?).

Sarà interessante anche sapere le scelte della Procura torinese che è stata coinvolta sulla vicenda, indagini affidate al Giudice Guariniello.

Intanto sono passati un po’ di mesi dal 22 giugno, giorno in cui è scoppiata la rivolta dei braccianti agricoli provenienti dal Marocco e possiamo dirlo a voce alta:

giustizia non è ancora fatta!

Per questo la nostra mobilitazione ed il nostro monitoraggio della situazione continuano..

 PRESIDIO PERMANENTE CASTELNUOVO SCRIVIA(AL)



 3 settembre 2012