Tortona sta morendo: c’è poco lavoro, i negozi chiudono, i giovani vanno altrove, non ci sono iniziative. E’ sufficiente camminare per le vie della città per rendersi conto della desolazione in cui sta precipitando Tortona e la sua economia. Non è solo colpa della crisi internazionale: la gente ha meno soldi, è vero, ma non ha smesso di spendere. Semplicemente spende meno perché ne ha di meno, ma non è diventata improvvisamente povera. La povertà, quella che hanno vissuto molti dei nostri nonni o genitori, è tutta un’altra cosa.

I politici attuali e quelli che li hanno preceduti, brillano per immobilismo e mancanza di idee: non ci ricordiamo, che negli ultimi anni sia emersa, tra i banchi della maggioranza o tra quelli dell’opposizione, una proposta per risollevare Tortona dal baratro in cui sta cadendo. Non ci ricordiamo anche solo un’idea per migliorare l’economia locale, magari anche per impedire ai giovani di abbandonare la città, perché qui di opportunità per loro non se ne trovano e se vogliono trovare un lavoro devono andarsene altrove.

Nessun progetto concreto: solo parole. Tante inutili parole. Basta camminare per le vie del centro per rendersene conto.

E allora di fronte all’immobilismo (o all’incapacità) dei politici che si sono susseguiti negli ultimi anni, abbiamo deciso di agire noi di Oggi Cronaca. E lo abbiamo fatto sentendo la gente.

Abbiamo iniziato mettendo a nudo i problemi della città con numerosi articoli raggruppati nella rubrica “Tortona Turistica?” e contemporaneamente abbiamo sentito i tortonesi, abbiamo parlato con le gente, raccolto idee, email, proposte e suggerimenti e alla fine abbiamo affinato le idee e le abbiamo inserite tutte in un Progetto di Rilancio della città.

Un progetto concreto e fattibile, che non costerà assolutamente nulla, in termini di soldi, alle casse comunali, o almeno nulla di più di quanto spende adesso il Comune per organizzare manifestazioni ed iniziative, se non quello di un migliore utilizzo di alcuni dipendenti comunali.

Un progetto fattibile che prevede l’avvio di un rilancio economico e turistico della città facilmente realizzabile, che abbiamo deciso mettere in rete, su internet, in modo che rimarrà a disposizione di tutti coloro che vogliono consultarlo. Sarà sufficiente cliccare su “Tortona- Il Rilancio” nella sezione “Tag” e compariranno tutti gli articoli che riguardano le proposte dei cittadini raggruppate in questo Progetto di Rilancio appositamente assemblato.

Questo, infatti, è il primo di una serie di articoli, dove verrà spiegato, con dovizia e nei minimi particolari, come sia possibile rilanciare economicamente la città attraverso una serie di iniziative e manifestazioni di buon impatto e di poca spesa, in grado di impedire il depauperamento di Tortona, ponendo un freno alla moria.

Un progetto facilmente realizzabile dai nostri Amministratori comunali, ai quali dimostreremo, grazie ai consigli e alle idee della gente, che anche con pochi soldi ma con buona volontà e soprattutto amore per la città, come sia possibile realizzare qualcosa di utile.

E tutto sarà qui, su Internet, pubblico, a disposizione di tutti quanti vorranno utilizzarlo o prendere spunto per organizzare qualcosa già da subito, o magari inserirlo nel loro programma elettorale in vista delle elezioni del 2014. E tutto gratis, perché l’amore per la propria città non si compra, né si vende.

 

I PRESUPPOSTI

Prima di poter anche semplicemente abbozzare qualsiasi intervento, però, bisogna conoscere la città e la realtà in cui vivono i tortonesi. Bisogna sapere come si guadagnano da vivere, dove lavorano, cosa fanno, le loro abitudini, ma soprattutto cosa vogliono e come vorrebbero Tortona.

Una parte di tutte queste informazioni sono già state acquisiste dal Comune tramite questionari (peraltro anche pubblicati on line) e sono già note, altre derivano dall’esperienza quotidiana di chi, tutti i giorni, si reca al lavoro, altre ancora dalle informazioni acquisite parlando con la gente, parenti, amici e conoscenti, parlando con gli operatori commerciali, con le associazioni di categoria e coi sindacati, o semplicemente camminando per città osservando il comportamento delle persone.

Tortona è soprattutto una città di lavoratori e studenti pendolari, che salgono su un mezzo la mattina presto e si recano al lavoro o a scuola in altre città: Alessandria e Milano le mete più gettonate, ma anche Voghera, Pavia e Genova. Sono migliaia le persone che ogni mattina salgono in treno, in pulmann o in auto, abbandonano la città per farvi rientro soltanto la sera.

Persone che vivono a Tortona praticamente solo nel fine settimana e che quindi hanno possibilità di spendere i loro soldi soltanto il sabato o la domenica.

Stesso discorso vale anche per le migliaia di persone che abitano nei Comuni limitrofi e che raggiungono Tortona per fare acquisti o per trovare qualche svago solo nel fine settimana.

Come abbiamo già scritto infatti, è vero che c’è la crisi, e che la gente ha meno soldi da spendere e quindi lo fa con maggiore oculatezza, ma spende lo stesso: e tolte le spese per affitto o mutuo della casa, utenze domestiche e rate condominali o ammortamento prestiti, spende per mangiare, vestirsi, svagarsi. Certo lo fa di meno, ma lo fa.

Un aspetto primario quindi, è fare in modo che queste persone, che vivono in città solo nel week end, spendano questi soldi a Tortona e non altrove.

Il problema non riguarda solo i pendolari o gli abitanti dei Comuni del Tortonese, ma anche tutte quelle persone che lavorano in città o nella zona: i dipendenti delle poche aziende private ancora rimaste e i numerosi dipendenti delle aziende pubbliche (Asl, Comune, uffici pubblici) che alla stregua dei pendolari hanno soltanto il week end per spendere i loro soldi.

E’ di fondamentale importanza che il denaro dei Tortonesi venga speso soprattutto a Tortona per mantenere viva l’economia locale.

Per questo motivo bisogna dare ai tortonesi l’opportunità di spendere il loro denaro qui, nella loro città.

La prima cosa da fare per salvare un’economia, infatti è quella di non perdere il denaro in loco, poi, una volta garantito questo, si può pensare a richiamare gente proveniente da fuori città, in modo da incrementare ulteriormente la circolazione del denaro e garantire un nuovo afflusso.

 

COSA FARE ALLORA?

Abbiamo scritto che malgrado la crisi la gente (anche se di meno) spende soldi per mangiare, vestirsi e svagarsi.

Un aspetto su cui non si può intervenire sono i prezzi. Purtroppo, è risaputo che i prezzi praticati da diversi commercianti tortonesi, specie nel settore dell’abbigliamento, sono più elevati che altrove. In molti casi lo stesso capo si trova più a buon mercato in altre città.

L’ottusità di certi commercianti che insistono nel voler mantenere prezzi eccessivamente alti ed avere pochi clienti piuttosto che abbassare i prezzi ed averne molti di più, trova pochi eguali.

Per cui, se non cambierà la mentalità di quei commercianti è difficile, se non impossibile, convincere i tortonesi ad acquistare un certo tipo di merce in zona.

Salvo un improbabile (se non impossibile) cambio di rotta da parte dei commercianti tortonesi, quindi, bisogna già dare per scontato che gli acquisti per un certo genere di merce, molti tortonesi non li faranno in città perché i prezzi sono più elevati che altrove.

E d’altro canto è giusto così: perché, ad esempio, pagare lo stesso capo di abbigliamento di più a Tortona se dove lavoro costa meno? Per favorire i commercianti tortonesi? E perché mai? Cosa mi danno in cambio i commercianti tortonesi? Niente! E allora perché dovrei dare dei soldi di più a loro se altri commercianti hanno prezzi più a buon mercato? A quel punto prendo la macchina e vado altrove: quello che spendo in benzina lo recupero risparmiando sul costo della merce e in più faccio anche una passeggiata in un’altra città, vedo vetrine e gente diversa, abbinando l’esigenza del vestirsi a quella dello svagarsi.

Naturalmente non tutti i commercianti tortonesi sono così, ma purtroppo, spesso l’ottusità di pochi rischia di danneggiare l’intera categoria e la profonda divisione in cui si trova il Commercio cittadino, incapace di garantire anche solo un’ apertura domenicale al mese, rende sicuramente inaffidabile, almeno per ora, un loro ruolo di rilievo. Inteso almeno come categoria.

L’idea di mantenere l’economia in loco, attraverso il Piano di Rilancio di Tortona, quindi, purtroppo, deve tenere in considerazione anche questo aspetto e non può basarsi (almeno per ora) su una politica dei prezzi, perché come detto, in altre città, acquistare certe tipologie merceologiche (a parità di capo e di qualità) è più conveniente che a Tortona.

Rimangono in ballo due altri aspetti: mangiare e svagarsi ed é su questi che verterà il “Piano di Rilancio di Tortona” che abbiamo elaborato e che verrà esposto nei prossimi articoli.

Angelo Bottiroli 



26 agosto 2012

1 – (continua)