La vicenda è ingarbugliata, ma alla fine, quello che è emerge è sicuramente un pastrocchio che forse avrebbe potuto essere evitato.

Il Comune e l’Asmt di cui il municipio è socio di maggioranza rinunciano a 500 mila euro di proventi di Gestione Acqua, la società di distribuzione dell’acqua nel basso Piemonte di cui Asmt fa parte, a favore di un aumento di capitale dell’Azienda.

L’operazione ha suscitato molti dubbi e perplessità anche perché il Comune ha messo in vendita le azioni dell’Asmt basandosi su una perizia che alla luce delle ultime operazioni, c’è da chiedersi se sia ancora valida

L’intricata vicenda che apre grossi interrogativi sull’operato degli Amministratori comunali tortonesi da parte della minoranza, non è semplice, ma cerchiamo di spiegarla ai lettori, anche se si tratta di una vicenda che assomiglia molto alle scatole cinesi.

I due enti (Comune che controlla Asmt) hanno deciso di aderire all’aumento di capitale di Gestione Acqua (partecipata al 30% circa da Asmt) da 3 a 6,7 milioni di euro, rinunciando ad un credito di un milione di euro che Asmt vantava nei confronti di Gestione Acqua.

Il credito era nei confronti dell’Azienda tutta ed avrebbe dovuto essere suddiviso: il 53% al Comune e il 47% alla società Iren. Di questo milione di euro, quindi il Comune perderà “solo” 500 mila euro perché detiene solo il 53% dell’Asmt

La questione è stata sollevata dal PD: “mi chiedo che senso abbia tutto questo – dice Gianluca Bardone – dal momento che il Comune ha messo in vendita, insieme al socio privato Iren Emilia, le partecipazioni azionarie detenute in Asmt Servizi Industriali Spa. L’operazione ha ancora meno senso se si considera che il mancato aumento di capitale da parte di Asmt in Gestione Acqua avrebbe determinato esclusivamente la riduzione della percentuale di partecipazione (dal 30 a 20%) in quest’ultima senza tuttavia alterare nella sostanza gran parte dei poteri di amministrazione ordinaria e straordinaria previsti”.

La prima gara per la vendita dell’Asmt è andata deserta, la seconda, secondo gli intendimenti della Giunta, dovrebbe essere pubblicata a giorni con il prezzo ribassato del 13%. Sono stati il consiglio di amministrazione di Asmt e il Comune, nell’ambito dell’assemblea dei soci, a decidere di aderire all’aumento di capitale di Gestione Acqua con i costi sopra indicati.

E a questo punto nascono i dissensi: perché bandire una gara ribassando del 13% una quotazione basata su una perizia che di fatto potrebbe essere modificata con l’aumento di capitale?

«Ritengo sbagliato bandire una gara – aggiunge Bardone – dopo aver fatto periziare il valore delle partecipazioni ed il quadro economico-finanziario, costituito da debiti e crediti, e poi, nel corso dell’espletamento delle operazioni di vendita, andare a modificare il quadro peritale sottraendo un credito così elevato. Mi chiedo se a questo punto non vada anche rivista la perizia di stima».

Il costo dell’aumento di capitale per Asmt è di 950 mila euro, dei quali circa 500 mila è la parte del Comune di Tortona e 450 mila quella di Iren.

Ma la domanda che sorge spontanea è: perché aderire ad un aumento di capitale e perdere introiti per 500 mila euro così se il Comune mettendo in vendita le azioni di Asmt dimostra chiaramente che non è più interessato a come va questa azienda? Ma non sarebbe stato meglio incamerare il mezzo milione di euro?

Naturalmente siamo certi che nessuno dal Comune o dall’Asmt avrà la gentilezza di spiegare ai tortonesi, tramite il nostro giornale, le motivazioni di scelte che a prima vista sembrano voler penalizzare i cittadini, veri azionisti dell’Asmt.

17 agosto 2012