E’ sempre più ingarbugliata la faccenda dei 500mila Euro che il Comune di Tortona avrebbe rinunciato ad incassare da Gestione Acqua a favore dell’aumento di capitale per la società di cui Asmt (e quindi il Comune) detiene il 30% delle azioni.

Le perplessità sollevate dal consigliere Comunale Gianluca  Bardone del PD ci spingono alla ricerca di una spiegazione plausibile, esaminando a ritroso i vari passaggi nel tentativo di ricostruire un filo logico e strategico di questa scelta, auspicando di conoscerlo al più presto dai diretti interessati.

In realtà la sottoscrizione per l’aumento di capitale per la controllata Gestione Acqua è stata deliberata dall’assemblea dei soci ASMT ben due anni fa è cioè il 28 aprile 2010. Non solo, ma è già avvenuta in una prima sottoscrizione nel corso del 2011 per un impegno di spesa pari a 550.620 euro per le casse di ASMT e la sottoscrizione si completerà solo al 30 giugno 2013, portando la partecipazione di ASMT dal 30,59% al oltre il 33%; l’operazione fa quindi parte di una strategia approvata tempo fa.

Ma per quale motivo un Comune che ad oggi ha un disperato bisogno di “far cassa” dovrebbe (anche potendo) rinunciare ad un introito di ben 500 mila euro?

A trovare una risposta ci aiutano i vari verbali di riunioni ed assemblee che sono pubblici, quindi consultabili da chiunque.

IL COMUNE DEVE ALL’ASMT PIU’ DI 1 MILIONE DI EURO

Nel Febbraio 2012, un mese prima della presentazione del bilancio annuale, ASMT lancia un segnale d’allarme e convoca una assemblea straordinaria degli azionisti incentrata sulla propria situazione finanziaria, in netto peggioramento rispetto all’anno precedente, a causa delle difficoltà nel recupero dei crediti vantati verso il Comune di Tortona. La situazione è definita di una tale gravità da potenzialmente compromettere la continuità aziendale, come evidenziato nel passaggio tratto integralmente dal bilancio 2011 dell’azienda tortonese: ”Tali circostanze indicano l’esistenza di fattori di incertezza che possono far sorgere significativi dubbi sulla capacità della Società di continuare la propria operatività per un prevedibile futuro.”

In tale sede il Comune di Tortona ha manifestato la propria disponibilità a porre in essere azioni

per recuperare la difficile situazione finanziaria in cui si trova, prospettando anche la possibilità di procedere alla vendita delle azioni detenute nella Società stessa.

Il socio privato, Iren Emilia Spa, nella stessa sede ha dichiarato di voler valutare l’ipotesi di finanziamento della società in qualità di “prestito Soci”. [Pagg. 17-18 Bilancio di esercizio ASMT 2011]

L’importanza e l’osservanza di tali interventi correttivi sono stati ribaditi sia dal Collegio dei Sindaci che dalla Società di Revisione del bilancio. Tutto documentato in allegato al bilancio.

La “gabola” forse è qui? Non si poteva fare marcia indietro?

Il grosso del credito che vanta ASMT verso il Comune di Tortona si riferisce sia a fatture del servizio di igiene ambientale effettuato fino al 30 giugno 2011 ma in buona parte risale al 2010, relativamente ai vari servizi svolti nel passato per il Comune, TIA, gas, illuminazione pubblica ed altri servizi di minore valore. A fine 2011 il Comune doveva ancora 1 milione 105 mila euro  ad ASMT, nel 2010 questo importo era di 2.519.248 Euro. Ma nel 2009 era di “soli” 579.220 euro.

Cosa è successo nel 2010?

PERCHE’ IL COMUNE DECIDE DI VENDERE L’ASMT? E A CHI?

Tornando alla auspicata vendita delle quote di ASMT e delle reti gas, ci si interroga come il Comune possa aver pensato che Iren (la società privata che detiene il 45% delle azioni di Asmt e al quale il Comune sperava di vendere) esercitasse il diritto di prelazione.

Se così fosse stato, Iren lo avrebbe palesato alla riunione degli azionisti di febbraio, contestualmente alla proposta del Comune di cedere la propria partecipazione azionaria anziché proporre un prestito soci.

Notizie locali dalla vicina Emilia sono poco rassicuranti in tal senso, pare che anche Iren non navighi in acque estremamente tranquille sotto il profilo della liquidità, avendo deciso di vendere diversi beni immobiliari di proprietà per poter far fronte a debiti che allo stato attuale sono stimati superiori a tre miliardi di euro; le sedi in questione sono quelle di Torino, Genova, Parma, Piacenza, Reggio Emilia più alcuni impianti. Questa vendita porterebbe nelle casse di Iren una somma stimata a 150 milioni di euro, e la stessa Azienda si riserverà comunque il diritto di rimanere nelle sedi in affitto con contratto di nove anni più nove.

Se il Comune di Tortona pensava di vendere le quote dell’Asmt e le Reti ad Iren quindi ha fatto male i suoi conti ed infatti, la prima asta è andata deserta e adesso ci riproverà con una seconda asta ribassata del 30%, ma quale privato investirebbe circa 15 milioni di euro per acquistare l’Asmt e le reti in periodo crisi come questo?

Annamaria Agosti



 19 agosto 2012