Viviamo una guerra non dichiarata fatta di inquietudini, incertezze, causate da una crisi economica che ha investito una delle fonti indispensabili di forza per ogni società sana e promossa allo sviluppo: il lavoro.

La nostra provincia é stata teatro fino ad oggi di casi di imprese, da Casale Monferrato a Spinetta Marengo, da Serravalle Scrivia a, seppur indirettamente, Novi Ligure, che sono apparsi sulle cronache, perché spesso ritenuti irrispettosi della vita umana.

Facciamo il punto. Quanto affermato pochi giorni fa’ dal il vice presidente di Confindustria, Alessandro Laterza, al termine dell’incontro sull’Ilva di Taranto con i ministri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente, dimostra una chiara lucidità di intenti e di azione.

Gli impegni dell’Ilva che ha annunciato investimenti sull’ambiente per oltre 146 milioni e per il progetto prospettato da Confindustria per una ‘smart area’ che diventi un esempio di intervento infrastrutturale di bonifica anche industriale per tutta Italia, sono i caratteri di qualcosa di buono che si sta muovendo.

Voglio subito affermare a gran voce, permettetemi l’espressione, che secondo me la soluzione non e’ mai quella di chiudere le aziende. Penso in particolare ai tanti lavoratori dello stabilimento di Novi Ligure, che stanno vivendo una situazione davvero drammatica. Il lavoro Ë la vera emergenza sociale.

Questa tragica realtà purtroppo non fa neppure più notizia, la nostra comunità si sta abituando a questa situazione di crisi che porta alla disperazione tanti padri di famiglia con mutui da pagare e figli da mantenere, tanti giovani alla disperata ricerca di un lavoro.

Tutto ciò lo riscontro quotidianamente con i cittadini, gli imprenditori e gli Amministratori pubblici dei piccoli comuni che vengono a trovarmi per esporre i loro problemi, le situazioni di criticità.

Essi non sono i cosiddetti poveri, ma tante famiglie che sono precipitate oltre la soglia minima e non sanno più come affrontare i problemi di tutti i giorni. Ed é stata proprio la famiglia, in questo periodo di crisi anche dei valori tradizionali, ad essere il vero ammortizzatore sociale.

E’ grazie alle pensioni dei nostri anziani, seppur misere, che molte famiglie sono riuscite ad arrivare a fine mese, dimostrando come il nucleo familiare, resti la cellula essenziale della nostra società.

La Politica non può rimanere indifferente a questa emergenza. Gli Amministratori della ‘Cosa Pubblica’, di fronte a famiglie che faticano a mandare i propri figli a scuola, che tra poche settimane inizierà, oppure a fare la spesa settimanale, non possono e non devono essere divisi o in competizione.

Ad Alessandria ad esempio ritengo che si debba porre una particolare attenzione all’istituzione di un Bonus che vada incontro alle famiglie meno abbienti, seguendo rigorosamente una serie di criteri, quali quelli dell’Isee, dei componenti del nucleo familiare nonché dell’impegno economico e finanziario relativo ad esempio ai mutui della casa, per aiutare equamente le famiglie meritevoli.

Bisogna, altresì, dare una risposta chiara, concreta, precisa ed univoca ai giovani, ai genitori, agli anziani, ai lavoratori che si armonizzi con le altrettanto difficili problematiche sull’ambiente che tanto stanno investendo le pagine dei giornali. La salute va tutelata ad ogni costo, ma non si può pensare di non trovare soluzioni concrete e celeri che non siano in grado di garantire il lavoro per molte famiglie.

Giovanni Barosini – segretario provinciale UDC



 26 agosto 2012