Men in Black è stato sicuramente un film molto particolare nella storia di Hollywood e francamente, dopo i primi due non era facile trovare qualcosa di nuovo.

Già il secondo era molto ripetitivo.

A dieci anni di distanza dal secondo e 15 dal primo, il regista (lo steso dei primi due) Barry Sonnenfeld, ci riprova e il risultato è un successo.

Il film è impreziosito da una trama nuova: un tuffo nel passato indietro di 45 anni nel 1969 quando l’uomo sbarcò sulla luna.

Naturalmente non c’è continuità con il secondo MIB che finiva con l’agente “Kappa” che diventava un uomo “normale” e si dimenticava di tutto. Un finale che non lasciava presagire alcun sequel.per questo motivo il regista ignora la fine della saga e la riprende a metà, con i due agenti in piena forma.

Il film, come detto, merita gli applausi e si rivela molto riuscito: un po’ grazie al 3D ma soprattutto grazie alla performance di Will Smith, la parte dell’agente J calza a pennello al suo personaggio sempre un po’ sbruffone in classico stile americano.

Forse si ride un po’ meno che nei primi due film, ma la bravura di tutti i protagonisti è esemplare: un plauso, oltre a Will Smith, merita Josh Brolin nella parte dell’agente Kappa da giovane.

Il film scorre veloce: 105 minuti tra alieni, inseguimenti, peripezie. Ai ragazzi della nuova generazione che non hanno visto al cinema i primi due episodi piacerà senz’altro come piacerà ai “vecchietti” che 15 anni fa hanno decretato il successo del primo “Men in Black”

26 maggio 2012