La cantante Rihanna

Può una cantante di musica pop molto famosa come Rihanna diventare all’improvviso una brava attrice e interpretare addirittura il ruolo di un soldato, che é completamente avulso dalla sua realtà? Sembrerà incredibile, ma la risposta è una sola: sì!

Non sappiamo se la produzione abbia scelto la cantante per incrementare gli incassi del film o se Rihanna voglia seguire le orme di Whitney Houston che sbancò ai botteghini con “Guardia del corpo” ma l’interpretazione di Rihanna a trattai è davvero shoccante: agile, mitra in mano, grinta da soldato consumato, insomma una buona recitazione e anche credibile.

Detto della cantante, passiamo al film.

“Battleship” ispirato al gioco della hasbro, segna il ritorno del genere americano, quello in pompa magna tanto per intenderci, cioè grandioso, dove le battaglie sono battaglie nel verso senso della parola e dove gli americano combattono da smargiassi e senza paura.

Una cosa che non avveniva dall’ 11 settembre 2001, quando l’america colpita al cuore, in tutti i film di guerra e di combattimento, si è presentata al pubblici sempre un po’ titubante e dismessa, quasi avesse paura di affrontare gli avvenimenti.

I due protagonisti del film

In “Battleship questo non accade più e (film di supereroi a parte) ritroviamo i soldati americano coraggiosi ed impavidi nell’affrontare il nemico. Senza paura.

Un ritorno al passato, quindi, ma anche una svolta rispetto agli ultimi 11 anni di Hollywood.

L’americano Peter Berg, famoso soprattutto come scrittore e sceneggiatore qui si cimenta come regista, con successo, realizzando un film a tratti spettacolare.

Il protagonista del film, Taylor Kitsch, che abbiamo già apprezzato in John Carter è bravo e adatto alla parte. Da segnalare un ottimo Liam Neeson nella parte dell’ammiraglio.

Una menzione meritano le superbe scenografie.

Complessivamente siamo di fronte ad un film piacevole, con ottimi effetti speciali anche senza 3D. Incalzante, scorrevole anche se la trama è un po’ scontata, ma d’altro canto non si può pretendere tutto, altrimenti saremmo di fronte ad un capolavoro. Cosa che invece “Battleship” non é. Accontentiamoci.

14 aprile 2012