Chi sceglie l’alimentazione VEG viene ricompensato due volte: una in termini etici, perché salva la vita a miliardi di animali, e una in termini ambientali, perché contribuisce a non inquinare il pianeta. A dare la notizia non sono i soliti “animalisti”, ma è stata l’Università McGill di Montreal, che ha pubblicato, sulla rivista Nature lo scorso 20 ottobre, uno studio secondo cui un minor consumo di carne sarebbe utile a sfamare una fetta maggiore di popolazione, arrivando addirittura a raddoppiare le riserve di cibo mondiali, e i parlamentari europei e gli stakeholders, che, incontratisi a Bruxelles in occasione dell’avvio della ”Settimana Europea della Soia”, hanno dichiarato che se gli europei sostituissero una volta a settimana gli alimenti di origine animale con quelli a base di soia ci sarebbe un calo delle emissioni di Co2 pari a 13,7 milioni di auto in meno su strada.

L’assunto di partenza è uno solo: nel 2050, secondo le proiezioni, ci saranno dai 7 ai 9 miliardi di persone, dunque è necessaria una riflessione sulla sostenibilità in termini ecologici ed etici dell’alimentazione su scala mondiale.

Secondo Navin Ramankutty, uno dei leader dell’imminente pubblicazione dell’Università McGill, dedicare i terreni alla produzione agricola per consumo umano, piuttosto che allo sfruttamento per combustibili biologici o nutrimenti per animali, potrebbe aumentare la produttività di circa il 50%. D’altro canto i tre quarti dei terreni agricoli nel mondo sono destinati a crescere il bestiame, o per pascoli o per coltivare nutrimenti per gli animali.

Anche Bruxelles concorda che basterebbe modificare le abitudini alimentari orientandosi ad una nutrizione green, per aiutare il pianeta a respirare: i prodotti a base di soia richiedono un utilizzo di terra e acqua inferiore, producono minori quantità di gas serra e al tempo stesso rispondono bene alle esigenze di alimentazione sana e stili di vita bilanciati che oggi vengono raccomandati. E’ la stessa Fao a ricordare che il 18% delle emissioni dei gas serra mondiali provengono dagli animali , e secondo il Joint Research Center della Commissione Europea il settore animale è responsabile del 9,1-12,8% delle emissioni totali in Europa.

L’incontro ha messo a fuoco alcuni dati: produrre un litro di latte di soia, ad esempio, richiede tre volte in meno di terra, 2,5 volte in meno di acqua e una emissione di Co2 inferiore di ben cinque volte rispetto a quanto serve per la produzione di un litro di latte vaccino.

L’evidenza è sotto gli occhi di tutti, se si considera che per produrre 1 kg di carne bovina sono necessari 15.000 litri di acqua, e che, più in generale, ogni animale produce un inquinamento di suolo e acqua pari a 30 volte il suo peso.

Le nuove raccomandazioni, insomma, non fanno che sottolineare quanto la LAV ricorda da anni: ognuno di noi può contribuire a salvare il mondo con piccoli cambiamenti nello stile alimentare quotidiano.

Mangiare verde una volta a settimana, ad esempio per una famiglia di quattro persone, equivarrebbe a evitare di usare la macchina per ben tre mesi l’anno. La scelta veg inoltre è alla portata di tutti: grazie al sito Cambiamenu si possono trovare numerosi suggerimenti per vegani e vegetariani “navigati” e per giovani esploratori di questo mondo in crescita, e presto, grazie alla nuova certificazione LAV 100% vegetale, sarà possibile riconoscere i prodotti senza sostanze animali già a colpo d’occhio. Per saperne di più www.cambiamenu.it

Lav Alessandria



 

24 ottobre 2011