Spiace dover scrivere articoli come questo ma quando la gente ti contatta e ti chiede se è  vero ciò ciò che scrivono gli altri giornali su quello che starebbero combinando i migranti che si trovano nel Golfo Dianese (leggi San Bartolomeno al mare) e perché noi non scriviamo nulla, purtroppo non si può restare in silenzio.

Ci perdonino, quindi,  i colleghi se  a malincuore torniamo a parlare di loro, per un episodio simile a quello accaduto nel recente passato, ma purtroppo, quando ci tirano per i capelli dobbiamo intervenire.

Ma riassumano cos’è accaduto: è martedì pomeriggio e un giornale online esce con l’intervista ad una mamma (ovviamente anonima per tutelare la privacy)  che si lamenta perché i migranti (che hanno da 18 a 32 anni) per ben due volte hanno “invaso” il campo da calcio dell’oratorio dove gioca suo figlio e altri ragazzi più giovani che sono stati costretti ad allontanarsi. L’articolo riporta anche l’intervista del sindaco Valerio Urso che è preoccupato perché non sa come impegnare queste persone. Il titolo dell’articolo non è dei più teneri, ma ci sta: un giornale in fondo deve far leggere e richiamare l’attenzione.

Passa nemmeno un’ora  un secondo giornale online “riprende” la notizia del primo rincarando la dose con un’intervista più lunga al sindaco Valerio Urso.

Passa ancora un’ora e il terzo giornale prende la palla al balzo e smentisce i due concorrenti: intervista uno dei ragazzi che conferma che i “neri” si recano al campetto dell’oratorio ma sempre col permesso del parroco e non hanno mai avuto problemi, anzi spesso giocano assieme. Il parroco conferma questa versione.

Chi ha ragione? 

Forse il giornale che ha sentito la mamma o forse quello che ha sentito il parroco, o forse tutt’e due, ma francamente non ci interessa, o meglio il nostro modo di fare informazione è diverso: quando veniamo in possesso di una notizia, non la pubblichiamo subito,  ma cerchiamo di valutarla e verificarla  usando il buon senso.

Non condividiamo questo modo di fare informazione adottato da molti giornali della provincia di Imperia (e non soltanto da loro)  dove sembra che ci sia una corsa ad arrivare primi. Una corsa  dove vince chi pubblica prima dei concorrenti una notizia, oppure la “spara” più grossa, ma ognuno è libero di fare ciò che vuole e ogni linea editoriale è frutto di precise scelte e per questo rispettabilissima. Non ci permetteremmo mai, quindi,  di andare a sindacare cosa fanno e come lavorano i nostri colleghi e ci mancherebbe altro perché in regime di democrazia ognuno è libero di fare (e scrivere) ciò che vuole.

Ogni giornale però ha la sua linea editoriale e la nostra è quella di cercare di essere neutrali e sopra le parti,  di capire, soprattutto, dove stia la verità.

Questo ci porta a controllare, a verificare, spesso a dare le notizie dopo gli altri, magari con qualche ora di ritardo perché le verifiche occupano tempo.

Noi non ci stiamo a rincorrere le notizie, a fare a gara a chi le pubblica prima.

Ma cosa importa un’ora in più o in meno rispetto alla certezza della notizia?

I nostri  lettori, infatti, devono sapere che tutto quello che viene pubblicato su Oggi Cronaca è controllato e verificato.

E se non pubblichiamo qualcosa è perché non ne siamo venuti a conoscenza, oppure le verifiche non ci hanno soddisfatto, o ancora perché non riteniamo una notizia meritevole di essere pubblicata.

Questo è il nostro modo di lavorare, che speriamo possa essere apprezzato, perché come  credo abbiate già capito, noi siamo diversi.

Angelo Bottiroli – Direttore di Oggi Cronaca