Il Consiglio comunale svoltosi ieri sera, lunedì 3 novembre, si è aperto con un minuto di silenzio in ricordo di due concittadini la cui recente scomparsa ha destato profondo cordoglio: Andrea Bidone, ex Consigliere di amministrazione di Gestione Acqua, e Paolo Selmi, ex Presidente e Amministratore delegato di Gestione Ambiente.

Il resto della seduta è stato caratterizzato dall’approvazione all’unanimità di un Ordine del Giorno sulla crisi di Acciaierie d’Italia (ex Ilva) e da una lunga discussione sulla mozione riguardante il contratto di concessione del servizio integrato energia e teleriscaldamento con Acosì.

Il documento sull’ex Ilva, frutto di un impegno unitario di tutto il Consiglio Comunale, sottolinea la necessità di una strategia industriale pubblica e sostenibile per l’acciaio, settore strategico per l’economia nazionale e per la filiera manifatturiera. Tra le richieste specifiche, la salvaguardia dei livelli occupazionali, la tutela delle competenze tecniche specializzate, il ripristino urgente della fornitura regolare di coils laminati a freddo (anche tramite canali alternativi), e l’inserimento della linea di zincatura a caldo di Novi nel piano industriale nazionale con l’obiettivo di metterla a pieno regime entro il 2025. Si chiede inoltre un piano di manutenzione e riqualificazione energetica.

Il Sindaco, Rocchino Muliere, ha definito la situazione attuale drammatica a causa della totale incertezza, del pesante debito e della cassa integrazione che coinvolge 4.000 lavoratori a livello nazionale (170 su 550 a Novi). Muliere, inoltre, ha sottolineato come sia fondamentale un intervento statale immediato, aggiungendo però che, dopo la fase di salvataggio pubblico, sarà necessario un intervento privato per rimanere competitivi sul mercato globale.

Si è passati poi alla mozione, presentata dal Gruppo Consiliare Movimento 5 Stelle, per la risoluzione del contratto di concessione del servizio integrato energia e teleriscaldamento con Acosì. In estrema sintesi, il Capogruppo Paolo Coscia ha chiesto la risoluzione del contratto per inadempienza e per la non conformità normativa dello stesso, nonché l’istituzione di una commissione di indagine consiliare per verificare nel dettaglio le spese, gli interventi realizzati e i flussi di pagamento. Il documento ha ottenuto l’appoggio di tutti i Consiglieri di opposizione, i quali hanno ribadito la necessità di una commissione di inchiesta per chiarire se la mancata osservanza dei termini contrattuali abbia determinato un danno per l’Amministrazione comunale.

Sul punto è intervenuto l’Assessore all’Ambiente, Gianfilippo Casanova, il quale ha riconosciuto che gli impianti di teleriscaldamento non sono stati realizzati. Tuttavia, ha confutato le accuse di nullità, difendendo il metodo dei “gradi giorno” come criterio legittimo nel contesto di un contratto pubblico-privato e utilizzato da Consip al momento della stipula. L’Assessore, inoltre, ha informato che la Giunta sta lavorando a una revisione profonda del contratto per ripensare il teleriscaldamento alla luce della crisi energetica e delle evoluzioni tecnologiche, ad esempio sostituendo la produzione di calore da metano con una rete alimentata da pompe di calore elettriche e acqua di falda.

Il Sindaco Muliere ha proposto di sospendere la discussione per permettere alla Giunta di finalizzare una proposta di accordo con Acosì da presentare e approfondire nei prossimi giorni in sede di Commissione consiliare. Il Sindaco, infine, ha espresso l’obiettivo di arrivare a una soluzione vantaggiosa nell’interesse della città e non ha visto la necessità di una Commissione di inchiesta, poiché le Commissioni consiliari possono assolvere alla stessa funzione di approfondimento.

Nonostante la proposta di rinvio del Sindaco, il Capogruppo Coscia ha insistito per la votazione immediata. La mozione del Movimento 5 Stelle è stata respinta con 9 voti contrari, 5 favorevoli e 1 astenuto (il Consigliere Alessandro Reale).