L’Azienda Ospedaliero – Universitaria Santi Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandra si aggiudica il bando “Roche per la ricerca clinica – A supporto delle figure di Data Manager e Infermieri di Ricerca” con un progetto in Ematologia, candidato dal prof. Marco Ladetto, e selezionato e valutato da Fondazione Gimbe, in qualità di ente esterno garante di indipendenza e terzietà.
Nel mondo della ricerca sono sempre di più le figure professionali specializzate che prendono parte all’attivazione e alla conduzione di una sperimentazione clinica. A ruoli consolidati se ne affiancano di nuovi, che sono essenziali non solo per garantire la qualità dei dati raccolti ma soprattutto per il coordinamento dello studio, delle procedure e di tutto il personale coinvolto nella sperimentazione.
La formazione dedicata a queste figure professionali – come infermieri, medici, tecnici sanitari, biologi e farmacisti – deve essere mirata alla loro specializzazione, al fine di ampliare e consolidare le loro competenze e renderli capaci di gestire al meglio la sempre più crescente complessità degli studi clinici, portando così non solo ad un miglioramento della qualità della ricerca stessa ma anche della sicurezza dei pazienti che vi partecipano. È in questo contesto che Roche promuove il bando “Roche per la ricerca clinica”, che dalla sua nascita ha stanziato oltre 1 milione e mezzo di euro per 53 borse di studio destinate a data manager e infermieri di ricerca.
Con un investimento complessivo di 210 mila euro per il finanziamento di 7 borse di studio, destinate ad altrettante figure di data manager e infermieri di ricerca che hanno svolto per 12 mesi attività di ricerca clinica non sponsorizzata presso l’ente vincitore, il bando ha destinato 30mila euro al progetto FIL_MAB, uno studio di real life a livello nazionale che coinvolge numerosi centri, per valutare l’esperienza terapeutica dei nuovi anticorpi monoclonali autorizzati dal 2021 per il trattamento del linfoma non-Hodgkin a cellule B. Questi farmaci innovativi aiutano il sistema immunitario a riconoscere e distruggere le cellule tumorali.
Lo studio osserva come tali terapie vengono realmente utilizzate nella pratica clinica quotidiana, senza modificare le cure dei pazienti, raccogliendo informazioni su efficacia, sicurezza e modalità di impiego. Inoltre, rappresenta un’analisi pionieristica di grande utilità anche per altri Paesi europei, poiché si tratta di uno dei primi progetti a raccogliere dati così estesi e strutturati sull’impiego reale di questi anticorpi monoclonali. L’obiettivo è capire come funzionano nella vita reale e quali benefici e rischi comportano. Il progetto durerà 15 anni, consentendo una valutazione anche a lungo termine, per migliorare la qualità delle cure in Europa.
«La rapida introduzione di nuovi anticorpi monoclonali altamente efficaci e destinati ad un uso sempre più ampio nei linfomi B ha reso necessario uno studio che ne valuti impatto, sicurezza ed efficacia nella pratica clinica reale – ha dichiarato, a quasi un anno dal conferimento del Grant, Marco Ladetto, Direttore SCDU Ematologia presso AOU Santi Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria e Professore Ordinario in Ematologia presso l’Università del Piemonte Orientale – Abbiamo arruolato 670 pazienti distribuiti in 8 coorti. La più numerosa è quella trattata con Polatuzumab-R-CHP in prima linea per i linfomi B diffusi a grandi cellule, con 200 pazienti inclusi. Stiamo programmando la stesura di un abstract con i risultati preliminari da presentare al Congresso Europeo di Stoccolma di giugno 2026».
L’Azienda Ospedaliero-Universitaria Santi Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria è inserita nel Sistema Sanitario della Regione Piemonte e costituisce un centro di riferimento per le attività di II e III livello per le province di Asti e Alessandria. Accanto ai percorsi assistenziali, l’AOU AL ha tra le sue mission la ricerca grazie al Dipartimento Attività Integrate Ricerca e Innovazione (DAIRI), diretto da Antonio Maconi, che coordina anche il percorso di riconoscimento a Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS): l’obiettivo prioritario è migliorare lo stato di salute del cittadino, nella consapevolezza che “chi ricerca, cura”.
«Il riconoscimento ottenuto con questo bando rappresenta un’ulteriore conferma dell’efficacia del modello organizzativo che il DAIRI ha costruito in questi anni per sostenere la ricerca clinica. – dichiara Marta Betti, Referente del Clinical Trial Center e del Grant Office del DAIRI – La presenza di un Clinical Trial Center che opera secondo una struttura che integra competenze metodologiche, regolatorie e operative, consente di garantire qualità, continuità e sicurezza nella gestione degli studi, anche complessi o multicentrici. Il modello centralizzato del personale assicura infatti un monitoraggio costante degli studi, una più efficace gestione dei flussi e un supporto omogeneo e continuo in tutte le fasi della sperimentazione».
«Da quasi 130 anni, le attività di Ricerca e Sviluppo rappresentano una leva strategica di Roche che si è tradotta, nel tempo, in soluzioni concrete capaci di cambiare il naturale corso di patologie gravi per le quali non esisteva una cura. La nostra missione è fare oggi ciò di cui i pazienti avranno bisogno domani – ha commentato Anna Maria Porrini, Direttore Medico Roche Italia – ed è proprio in queste parole che risiede l’essenza del nostro impegno quotidiano, concretizzato da un lato con gli investimenti in innovazione, sia essa terapeutica, tecnologica o di servizi, e dall’altro attraverso una collaborazione con tutta la rete di interlocutori dell’ecosistema salute. Bandi come questo ci permettono di affrontare in sinergia le sfide dei nostri tempi e favorire la sostenibilità del sistema di cui vogliamo essere partner. L’obiettivo è continuare a dare sostanza alla nostra responsabilità verso i pazienti e garantire loro la migliore qualità di vita possibile, anche attraverso la formazione di figure professionali impegnate nella ricerca la cui specializzazione può fare la differenza».




