La presentazione del XII volume dei Quaderni della Biblioteca, introdotta dal Sindaco, si è tenuta sabato 13 in Sala Berri. Il volume, come quelli dei due anni precedenti, è pluritematico e cronologicamente spazia da secoli lontani all’attualità. Infatti è una miscellanea, creata da più autori, nella quale s’incontra in primis la storia delle tre cascine visitate a settembre durante la Giornata di “cascine aperte”, vale a dire la Mirabella, la Bruciata e il Vigà, che si trovano all’interno di un contesto molto interessante dal punto di vista storico e archeologico, percorso anticamente da una diramazione della Via Postumia che ancora le collega. Segue la storia di due importanti associazioni del paese: la SOAMS, che compie quest’anno 170 anni di vita, e l’AVIS. Nel libro c’è poi la storia della Casa di riposo San Luigi Orione e alcuni capitoli sono dedicati alla prima festa patronale in onore del santo pontecuronese, recentemente proclamato copatrono del paese insieme a San Biagio.

Ma ci sono anche altre storie: del Peso pubblico, dello scultore Narciso Cassino, che oltre alla Madonna della Guardia del Santuario di Tortona ha creato il monumento pontecuronese dedicato a don Orione, della famiglia “Patireta” e di Padre Gaetano Barile.

Come ha precisato il Presidente della Biblioteca Piero Gazzaniga, che ha anticipato anche alcuni temi del prossimo Quaderno 2026, l’incasso derivato dalla vendita del XII Quaderno, è destinato, come lo scorso anno, a sostenere la locale sezione dei volontari della Protezione Civile. L’Assessore alla cultura Marialuisa Ricotti, che ne ha curato la pubblicazione, ha rimarcato l’importanza della collana storica, che non solo ha l’obiettivo di far conoscere la storia di Pontecurone, attraverso in recupero di un variegato, ricco e straordinariamente vivace panorama storico, fatto di luoghi, personaggi, vita lavorativa, momenti di svago, creazioni e istituzioni, quotidianità ed eventi eccezionali, ma anche quello di dare sempre maggior risalto all’identità e alla realtà culturale del paese: “Perchè le radici di un territorio si devono continuamente riscoprire e nutrire”.