Acciaierie d’Italia: necessario un ripensamento
Il Santo Padre Leone XIV, nella recente udienza di mercoledì 8 novembre, rivolgendosi ai partecipanti al Giubileo del mondo del lavoro, ha detto: “Il lavoro deve essere una fonte di speranza e di vita, che permetta di esprimere la creatività dell’individuo e la sua capacità di fare del bene. Pertanto, auspico un impegno collettivo, da parte delle istituzioni e della società civile, per creare valide opportunità occupazionali che offrano stabilità e dignità, assicurando soprattutto ai giovani di realizzare i propri sogni e contribuire al bene comune”.
Custodendo ancora nel cuore le parole del Santo Padre, apprendiamo con grande sorpresa l’ipotesi ventilata il 18 novembre u.s. dal Governo ai Sindacati di fermare la produzione nei siti del Nord di Acciaierie d’Italia. Andare in questa direzione pregiudica il futuro e non sembra avere una logica industriale.
Nel comunicato congiunto delle Diocesi di Genova e Tortona del 7 luglio 2025 abbiamo affermato: “La vicinanza e la presenza costante in questi ambienti di lavoro ci hanno permesso di capire che non sussistono motivazioni per un depotenziamento dei due siti e per prolungare l’incertezza nella quale da molto tempo vivono i lavoratori. Gli impianti presenti, infatti, rimangono concorrenziali e le produzioni, anche per la loro indiscussa qualità, hanno mercato”.
Le migliaia di famiglie su cui questa decisione avrà impatto richiedono la nostra attenzione.
L’inevitabile mancato rispetto dei contratti in essere avrà conseguenze economiche e di immagine e comprometterà le possibilità di vendita dell’azienda.
Riteniamo necessario un ripensamento e l’inserimento delle future decisioni in un contesto di piano industriale nazionale credibile.
Mons. Marco Tasca, Arcivescovo di Genova
Mons. Guido Marini, Vescovo di Tortona





