Attimi di grande apprensione si sono vissuti nei giorni scorsi a Novi Ligure, quando una bambina di 11 anni è stata colpita da un arresto cardiaco all’interno della propria abitazione. Accompagnata con mezzi propri presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale San Giacomo, la piccola è stata immediatamente presa in carico dall’équipe multidisciplinare del Dipartimento di Emergenza.
Grazie alla prontezza operativa e alla competenza del team sanitario, la paziente è stata rianimata con successo, con ripristino del circolo spontaneo e successiva stabilizzazione clinica.
In considerazione della gravità del quadro, è stato attivato il trasferimento in elicottero presso l’Ospedale Regina Margherita di Torino, centro di riferimento regionale per le emergenze pediatriche, in coordinamento e collaborazione con Azienda Zero – Regione Piemonte.
Rilevante il ruolo della dottoressa Roberta Virtuani, direttrice della Struttura Complessa MECAU (Medicina e Chirurgia di Accettazione e d’Urgenza) dell’Ospedale di Novi Ligure: allertata per la peculiarità del caso, si è recata immediatamente presso il DEA, dove ha coordinato le attività e gestito con grande sensibilità le comunicazioni con i familiari della giovane paziente, garantendo sicurezza, continuità informativa e supporto umano in un momento di estrema criticità.
L’ASL AL si unisce al ringraziamento di tutta la comunità per il salvataggio della giovane paziente e sottolinea l’importanza della risposta rapida e dell’elevata professionalità delle proprie strutture di emergenza.
Accanto alla prontezza dell’emergenza, il Presidio Ospedaliero di Novi Ligure rappresenta un modello di riferimento anche nella gestione dei pazienti cronici, fragili e complessi, grazie all’impegno della dottoressa Lidia Celesti, direttrice della Struttura Complessa di Medicina Interna.
Dal suo insediamento nell’ottobre 2023, la dottoressa Celesti ha avviato una profonda riorganizzazione clinico-assistenziale, basata sulla centralità del paziente e sulla presa in carico integrata, sin dal momento del ricovero. L’approccio internistico, oggi più che mai, si rivela cruciale per gestire la crescente complessità delle condizioni cliniche, non più riconducibili a singole patologie d’organo, ma da affrontare in un’ottica globale che tenga conto anche del contesto sociale e familiare.
Tra le innovazioni più significative introdotte: ambulatorio di Continuità di Cure (attivo da gennaio 2024), che permette il monitoraggio post-dimissione di pazienti fragili (ematologici cronici, diabetici, affetti da scompenso cardiaco, broncopneumopatici cronici), con l’obiettivo di ridurre le ri-ospedalizzazioni e migliorare gli esiti clinici. Nei primi 12 mesi di attività ha già seguito 164 pazienti, con risultati significativi in termini di efficacia e gradimento; potenziamento dei rapporti ospedale-territorio, con una più stretta collaborazione con i Medici di Medicina Generale e con i caregiver, al fine di garantire una continuità assistenziale fluida e personalizzata; riorganizzazione interna dei percorsi clinici, con équipe stabili che condividono quotidianamente le informazioni tra medico, infermiere e OSS, migliorando così la comunicazione, la soddisfazione degli utenti e la qualità dell’assistenza.
Sviluppo di competenze specifiche tra il personale, con progetti mirati su: lesioni da pressione e ulcere vascolari, in collaborazione con la Dr.ssa Merlano; ventilazione non invasiva, sempre più frequente per i pazienti cronici respiratori, grazie al lavoro della Dr.ssa Boero; accessi venosi eco-guidati (midline, PICC, power), per garantire terapie endovenose sicure e continuative; broncoscopia disostruttiva, per pazienti neurologici e BPCO con difficoltà di espettorazione; stewardship infettivologica, promossa dalla Dr.ssa Calabresi e dal Dr. Bruzzone, per l’uso corretto e sostenibile degli antibiotici; ambulatorio per lo scompenso cardiaco, in via di definizione strutturale, con presa in carico precoce dei pazienti già in degenza e formazione dedicata del personale (Dr.ssa Ghiglione, Dr.ssa Merlo), per contrastare la mortalità legata a questa patologia cronica ad alta prevalenza.
Inoltre, è in fase avanzata di progettazione, insieme ai direttori di Urologia e Rianimazione, un percorso interdipartimentale per la gestione del paziente fragile candidato a chirurgia urologica, ispirato a modelli di co-management tra internista, chirurgo, anestesista, MMG e servizi territoriali. Un approccio innovativo che mette davvero il paziente al centro di una rete multidisciplinare, con l’obiettivo di ridurre rischi, migliorare la gestione post-operatoria e favorire un reinserimento efficace nel territorio.
“La Medicina Interna oggi non può più essere solo un contenitore. È un reparto dove si gestisce la complessità, si costruiscono percorsi, si crea rete – spiega la dottoressa Celesti –. Il nostro obiettivo è offrire una cura completa, continua e personalizzata, valorizzando le risorse professionali e umane presenti nell’ASL AL”.
Il Presidio Ospedaliero di Novi Ligure si conferma dunque non solo presidio d’emergenza d’eccellenza, ma anche polo di riferimento per la medicina della cronicità, dell’integrazione e dell’umanizzazione delle cure.
“Ciò che rende la ASL AL e quindi questo presidio ospedaliero così efficace – ha sottolineato il Direttore Generale, Francesco Marchitelli – è la sinergia tra innovazione clinica e attenzione alla persona. L’umanizzazione delle cure non è un valore astratto, ma una pratica quotidiana, costruita nella relazione tra pazienti, familiari e professionisti. È il cuore pulsante della nostra strategia aziendale”.
Grande apprezzamento per l’operato dell’Ospedale di Novi è stato espresso anche dall’Assessore regionale alla Sanità, Federico Riboldi: ”Quanto accaduto a Novi è la fotografia perfetta di cosa è per noi il servizio sanitario pubblico e dove la Regione sta andando: prontezza, competenza e umanità. Il lavoro dei medici e operatori sanitari nel salvare una bambina in arresto cardiaco, così come il modello gestionale messo in atto nella Medicina Interna, rappresentano l’eccellenza della sanità piemontese. Come Regione, siamo determinati a rafforzare e replicare esperienze come queste, che mettono davvero al centro la persona e valorizzano le competenze del territorio”.