Una serata in ricordo di un eroe: 125 anni fa un medico di Sale, Pietro Achille Cavalli Molinelli, partecipava alla spedizione del Duca degli Abruzzi per la conquista del Polo Nord e la Delegazione FAI di Tortona non poteva restare indifferente. Tra i cimeli della spedizione e molti altri reperti conservati nel Museo del Mare della città, un folto gruppo di partecipanti è stato proiettato nel racconto dei punti salienti della spedizione, culminata col raggiungimento dell’86° e 34′ il 25 aprile 1900, un punto mai raggiunto dall’uomo prima di quel momento. Hanno aperto l’aperiFAI culturale il presidente dei Marinai e padrone di casa Fausto Galli, il vice Sindaco di Tortona Daniele Calore, la pronipote dell’esploratore Emanuela Cavalli e il capo delegazione Pietro Massiglia. Presenti anche gli assessori Fabio Monreale ed Anna Sgheiz.
Una spedizione raccontata dai protagonisti nel libro “La Stella Polare nel mare artico” e sintetizzata dal delegato Andrea Lupo con l’ausilio di immagini fotografiche d’epoca: un’avventura in cui il medico salese ebbe diversi ruoli scientifici e non solo quelli esclusivamente medici; dall’organizzazione delle slitte con cui i 20 componenti dell’equipaggio si spostavano sul pack alle razioni sino alle registrazioni della temperatura e della fauna presente.
Cavalli visse oltre un anno in una sorta di nuova famiglia, eterogenea, in cui non esistevano divisioni di classi sociali, ma un unico gruppo coeso, creato per poter scrivere una pagina indelebile della storia. Vennero percorsi oltre 1400 km nel bianco assoluto, uno dei tre gruppi della spedizione tornò dopo 104 giorni di isolamento tra i ghiacci, ma l’impresa fece un tale eco da riecheggiare in tutto il mondo e la nave Stella Polare fu accolta da un tripudio di folla. Qualcuno non fece ritorno (il conte Querini), ma Cavalli sopravvisse e anzi il suo contributo fu prezioso per organizzare la spedizione, tanto che il suo rapporto venne inserito all’interno della relazione finale dell’avventura. Dovette tagliare per congelamento due falangi delle dita del Duca degli Abruzzi, ma a parte i suoi doveri di medico si dimostrò un ufficiale umano e devoto. Venne convocato 6 anni più tardi per la conquista della terza montagna più alta d’Africa, il Ruwenzori alto oltre 5000 metri . Ma questa è un’ altra incredibile avventura che il FAI sarà pronto a raccontare, grazie agli oggetti di proprietà della famiglia sempre in mostra al Museo del Mare.