La vita può essere considerata un romanzo, ma è dagli episodi della vita che nascono i romanzi e si intersecano in un tourbillon di emozioni e sensazioni dai quali è difficile districarsi. Gli artisti sono in grado di mescolarne gli ingredienti, poi scinderli e infine riallacciarli fino a creare qualcosa di unico che prima non esisteva: un’opera d’arte che può essere un quadro, ma anche un libro come quello che è riuscita a scrivere Filomena Iovinella, in grado di mescolare sensazioni personali con storie vere o inventate fino a creare un romanzo senza mai perdere il filo tra finzione e realtà.

La sua ultima opera “Le petit sort – incantesimo a Parigi” portato al Salone del libro di Torino, è una storia doppia perché all’interno della narrazione c’è un piccolo racconto che porta con sé l’incantesimo a Parigi: una storia che parla della ricerca e della identità di un’autrice sconosciuta che scrive un libro su commissione.

Prima di chiedere a Filomena cosa può rappresentare per chi legge un libro come questo e cosa si nasconde all’interno di questo romanzo, è d’uopo ricordare che lei nasce a Frattaminore in provincia di Napoli e nel 2013 vince il primo premio al Concorso Letterario Internazionale Città di Pomezia con la fiaba “Segui me” per poi raccogliere una altro successo: il primo premio assoluto a POESIAMO Genova 2013, con la poesia “Confusione te”. Filomena ha collaborato con la rivista Pomezia Notizie e Il Convivio (CT) e attualmente partecipa ai lavori con un’associazione culturale di Torino sia come giurata che come relatrice. Pubblica nel 2021 il romanzo “Il Direttore”, nel 2022 la raccolta di racconti “A metà tra l’umano e il divino”, nel 2023 il romanzo “Tu sei un traditore” editi da Luoghi Interiori Edizioni. Nel 2024, prima di quest’ultimo libro, scrive il romanzo “Nancy podcast emozionale” edito da Pathos Edizioni romanzo finalista al Concorso letterario “Artisti” per Peppino Impastato.

Filomena, questo libro che hai portato al Salone del libro di Torino è particolare e al tempo stesso affascinante, cosa ti ha indotto a scriverlo?

Quando ho pensato di realizzare questo romanzo, è stato durante uno strano stato di evoluzione, sentivo che mi approssimavo ad una scintilla nuova e cercavo un aggancio, quelle fiamme nel duemila diciannove sul tetto di Notre Dame furono, di botto, la fiamma che alimentò il mio tuffo nel mistero, questo scrutare il mio cuore pulsante, durante l’incertezza di quello che era accaduto, ha dato vita a questa nuova narrazione. C’è l’energia femminile in primo piano, questa la verità.

Nei libri che scrivi c’è spesso un collegamento con quello successivo, soprattutto dal punto di vista caratteriale dei personaggi, cosa puoi dirci di quest’ultimo?

I personaggi sono vecchi e nuovi, in un incrocio di esplorazioni tra le sensazioni più terrene e quelle più leggere in elevazione. Due dei personaggi sono Andrea e Raia che realizzano un cammino a parte, per raggiungere un punto di incontro sul finale, sono comunque coloro, che animano le loro librerie, perché mi sono deliziata a descrivere due visioni differenti dell’universo libraio.

So che spesso non è bello, ma raccontaci brevemente qualcosa di “Le petit sort “

Nasce dal libro di una sconosciuta che si appresta a recapitarlo all’ora Andrea, diverso, dal modo in cui lo ritroviamo poi, all’inizio di questa storia, il libro prende una direzione strana e coinvolge Inge, l’amica dai sentimenti non tanto nobili, che distante e in comunione con gli altri, decide un percorso interiore che deve fare, di conseguenza, alle sue iniziative fabbricate, non proprio in termini amicali.

Hai parlato di Notre Dame e dell’incendio di una delle chiese più belle al mondo che ti ha dato l’ispirazione e già leggendo le pagine del libro questo appare subito interessante che viene la voglia di continuare a leggerlo, ma Notre Dame che è molto presente non è l’unica in cui è avvolto il mistero, vero?

Vero, non c’è solo la cattedrale di Notre Dame, che resta un fulcro pulsante nel libro, ma c’è altro, separato da essa, tutto dentro una bolla più ampia di mistero, che anima comunque una sfida di tutti i personaggi coinvolti in una nuova proiezione della propria vita, spero che resti quella consapevolezza acquisita in me, con questa storia, anche in chi mi legge, oppure l’opportunità per cercarne di proprie. Ho provato la suggestione dell’intelligenza emozionale in alcune parti di questo scritto che, appunto, mi hanno stupita profondamente.

Tu sei un’habitué della rassegna torinese, cosa ti ha dato stavolta?

Il Salone Internazionale del Libro di Torino di quest’anno è stato avvincente, entusiasmante, mi ha dato la possibilità di donare ai lettori la mia passione per la scrittura e di confrontarmi, oltremodo,  trovare spunti di osservazioni privilegiate, per nuove sfide letterarie; sono comunque coeva e affondo la mia ispirazione nel mondo che mi circonda.

Quindi hai già in mente un altro libro?

Sono immersa in un’altra storia in creazione, in questo momento e ringrazio la Pathos edizioni che ha creduto, per la seconda volta, nella mia arte. 

Angelo Bottiroli