Mayno della Spinetta o bene o male è stato un personaggio della nostra terra Il professor Umberto Eco lo ha presentato come re di Marengo e imperatore delle Alpi

Marie Henri Stendhal lo ha definito uno degli uomini più notevoli di questo secolo


Nasce secondo di sei fratelli da un carrettiere, nella metà del 1780 circa.

Compie il ventesimo anno d’età quando si congiunge in matrimonio Cristina Ferraris, figura di sposa sempre fedele al coniuge, sia nella buona come nella sorte avversa.

È costretto, nel bel mezzo del banchetto nuziale, a confondersi nella macchia della Fraschetta per aver usato armi da fuoco, disobbedendo alle disposizioni dei francesi, sovrani sul nostro territorio, per di più ha eluso l’obbligo dell’arruolamento nell’esercito napoleonico, come prescrive la disposizione legislativa del 1802.

Trova alcuni amici decisi a seguire le sue imprese: con essi forma un agguerrito gruppo di volontari appellato Compagnia di San Giovanni, probabilmente costituita in questo giorno, formata da circa 200 uomini a piedi, 40 a cavallo abili nei travestimenti, addestrati a creare difficoltà alla gendarmeria imperiale, appoggiati dall’affetto dalla popolazione locale, anch’essa ostile agli invasori d’oltralpe.

Il gruppo è formato da ottimi, onesti tiratori in quanto mai hanno usato un’arma da fuoco e/o da taglio senza essere obbligati per aver salva la vita; a tal proposito si ricorda di un traditore, un certo Gabba, soprannominato Gabot, impiccato al vecchio olmo, rigoglioso accanto alla Chiesa ai cui piedi compare un biglietto del tenore: così si fa ai tiranni che non rispettano la Compagnia di San Giovanni.  

I contadini adorano questi giovani, definiti dai conformisti briganti, poiché la loro operosità è volta a rubare ai ricchi per donare ai poveri: sarà vero? Sarà una credenza popolare? Sarà leggenda? E, proprio questa, è la storia tramandata ormai da secoli.

I loro obiettivi non sono da poco, la fama di questi giovani ribelli supera i confini, sono conosciuti per i loro colpi davvero eclatanti, così è stato per l’attacco alla carovana del Ministro Saliceti; nemmeno il convoglio di Papa Pio VII, Luigi Barnaba Chiaramonti diretto a Parigi ad incoronare Imperatore Napoleone Bonaparte, passa indenne.

Eppure, questi giovani tanto amati dalla popolazione, sono stati traditi, così Giuseppe, sabato 12 aprile 1806, cessa di vivere caduto in un’imboscata tesa da una spia.

Alexis Delisle, pur essendo di nazionalità avversa al nostro amato bandito, annovera la  figura di Mayno della Spinetta: fra i più grandi esistiti nella storia.

                                                                                           Franco Montaldo