Esattamente venti anni fa, il 12 novembre 2003, due uomini a bordo di un camion blu carico di tritolo entrò nella base militare “Maestrale” di Nassirya, in Iraq, presidiata da esercito e carabinieri. I due terroristi  innescarono l’esplosione, che a sua volta causò quella del deposito di munizioni. Diciassette furono i militari di cui 12 carabinieri, insieme ad un cooperatore e un regista. Altre 9 vittime vi furono tra il personale iracheno. Le forze armate italiane subirono così la peggiore strage del dopoguerra.

Tre giorni dopo,il 15 novembre 2003, presentai, in veste di capogruppo di minoranza, una mozione al consiglio comunale di allora, proponendo  di intitolare la nuova piazzetta prospiciente la via Emilia, da poco ultimata, agli Eroi di Nassyria, e di apporre una lapide, che potesse trasmettere il senso dell’importanza del sacrificio di quegli uomini valorosi in divisa, sempre e ovunque al servizio della Patria e della Pace.


Questione di sensibilità: a maggioranza accolse solo parzialmente la proposta, accettando semplicemente l’idea della lapide commemorativa, che venne in seguito apposta su un basso muretto che delimita l’accesso all’ attuale piazza Coppi.

Oggi i familiari dei Caduti di Nassirya lanciano un appello al Presidente della Repubblica, alla Presidente del Consiglio e al ministro della Difesa, affinché si conceda alla memoria dei caduti di Nassiriya la medaglia d’oro al valor militare. Le sensibilità per fortuna cambiano.

                                                                          Marialuisa Ricotti Vicesindaco di Pontecurone