Da oltre due decenni, gli Ufomammut hanno combinato la pesantezza e la maestosità del culto dinamico del riff con una comprensione sfumata della tradizione psichedelica e della storia della musica, creando un suono cosmico, futuristico e policromatico destinato ad una immersione totale. Il nuovo album “Fenice” rappresenta la rinascita infinita e la capacità di ricominciare dopo che tutto sembra perduto. L’album (pubblicato dalla Neurot Recordings) è la prima registrazione con il nuovo batterista Levre che si unisce a Poia e Urlo, segnando un nuovo capitolo nella storia della band e svelando un suono più intimo e libero per il gruppo.

Sebbene la band sia famosa per i viaggi psichedelici verso le regioni più remote del cosmo, “Fenice” è un’esperienza d’ascolto molto più introspettiva. L’album è stato concepito come un unico brano concettuale, diviso in sei sfaccettature rivolte verso il suo interno. “Fenice” è il suono di una band il cui spirito è stato rigenerato e che accoglie la possibilità di creare musica nel modo che conoscono meglio: srotolando con cura ed attenzione, fondono dinamiche estreme che rendono “Fenice” una creatura viva e respirante, scrivono riff giganteschi che annunciano la loro stessa rinascita.


Glu Ufomammuth, originari di Tortona che domani sera si esibiscono allo spazio 211 di Torino, sono considerati uno dei Gruppi metal più famosi al mondo con tourneé nei cinque continenti. Sono nati nel 1999 nella città e possono essere considerati l’incarnazione del detto “Nemo profeta in patria est”. Chi scrive non si ricorda una celebrazione a Tortona di questo incredibile gruppo musicale, perché il metal può piacere o meno, ma il fatto che loro siano tortonesi è comunque un vanto per la città.