Nel tardo pomeriggio di sabato 15 aprile, Pontecurone ha dato voce a quattro poeti contemporanei, che si sono alternati alla lettura delle loro opere, coordinati da Mauro Ferrari – poeta, narratore, critico letterario e direttore editoriale di puntoacapo, nonché presidente della biennale di Poesia (ora BIPA. Maria Pia Quintavalla, Corrado Bagnoli, Marina Rezzònico e Ivan Fedeli ci hanno fatto gustare, lontani da ogni retorica di forma e contenuto, le loro poesie, dinanzi a un pubblico attento e partecipe, composto non soltanto da autori, ma anche da semplici lettori, che hanno potuto toccare con mano la qualità delle opere proposte.

L’appuntamento, organizzato dalla Biblioteca Sandro Castelli e patrocinato dall’Amministrazione Comunale, ha così dato voce a chi spesso voce non ha: la grande informazione non si occupa di poesia se non marginalmente,  ed è spesso assente quando si tratta di discernere, attraverso il vaglio critico, chi è poeta vero e chi, invece, ha semplicemente raggiunto una qualche notorietà diventando personaggio mediatico. Mauro Ferrari affermava che “la poesia non è un reality, non è un diario intimo, non è effusione privata. Deve, anzi, partire da una forma di pudore che fa dell’Io il punto di osservazione e non il tema. E non una vista, un panorama, ma una visione, intesa in senso per nulla mistico… La poesia è forma di conoscenza; o meglio, tende a una miglior conoscenza del mondo rapportandola alla vita.”.


Si è percepita commozione autentica quando Corrado Bagnoli, durante il suo intervento, ha letto una poesia che ha come protagonista “un piccolo prete”: Don Orione! Ivan Fedeli ci ha invece proposto una galleria di situazioni e di personaggi tratti dalla sua nuova raccolta “Gli inadatti”. Maria Pia Quintavalla ha presentato la sua (Estranea) Canzone, riedizione ampliata della sua storica silloge pubblicata all’inizio degli anni 2000 (con prefazione di Andrea Zanzotto, grande poeta del ‘900)  dove, in maniera modernissima, franta e musicale, inscenava la crescita e la presa di coscienza di un Io femminile contuso dal mondo. Anche Marina Rezzònico, con La parte dell’occhio, ha posto al centro della propria poesia lo sguardo, la capacità  e l’intelligenza di indagare la complessità del vivere.

Le autrici e gli autori che abbiamo avuto l’onore e il piacere di ospitare ci hanno dimostrato, infine, che la poesia è ancora canto,  non solo disincanto.

I segnali della grande poesia c’erano tutti, sabato pomeriggio a Pontecurone. Siamo convinti che siano stati colti.

                                                                                                                Raffaele Floris