Di fronte a un salone di rappresentanza tutto esaurito, è stato presentato ufficialmente ieri, lunedì 13 marzo, il Protocollo d’intesa per la prevenzione e il contrasto degli atti di violenza e delle aggressioni contro gli esercenti le professioni sanitarie nelle strutture sanitarie e nei presidi dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria.

Un documento sottoscritto lo scorso 8 febbraio dal Direttore Generale dell’AO AL Valter Alpe, dal Prefetto Alessandra Vinciguerra, dal Questore Sergio Molino e dai Comandanti provinciali dell’Arma Carabinieri Massimiliano Rocco e della Guardia di Finanza Massimiliano Pucciarelli.


Ad aprire i saluti istituzionali, dopo l’introduzione del direttore Alpe, la lettera dell’Assessore regionale Luigi Genesio Icardi, che si è complimentato per l’iniziativa e ha ricordato i dati diffusi dall’Inail sugli infortuni sul lavoro imputabili a episodi di violenza.

La parola è poi passata all’Assessore comunale Giovanni Berrone, che ha sottolineato l’orgoglio di vedere ancora una volta Alessandria all’avanguardia su questo tema, mentre, introdotta dal Presidente provinciale Giovanni Chilin, Barbara Mangiacavalli, Presidente nazionale FNOPI, ha parlato di “momento storico”, ricordando come la sottoscrizione del protocollo sia un’azione concreta per tutelare gli operatori, ma anche i cittadini, oltre che un chiaro esempio di sinergia istituzionale.

La Presidente Nazionale Federsanità, Tiziana Frittelli, ha voluto invece rimarcare come la violenza, oltretutto verso operatori che lavorano per la salute e la sicurezza della comunità, sia un fatto molto grave, pertanto risultino fondamentali esperienze positive, operative e concrete come quella di Alessandria.

A chiudere i saluti Antonello Santoro, Presidente provinciale Ordine dei Medici, che si è soffermato sull’importanza della formazione e dell’organizzazione, perché è necessario andare verso i nuovi bisogni dei pazienti, ma anche degli operatori.

La parola è quindi poi passata ai firmatari del protocollo, a partire dal Questore Sergio Molino, che si è soffermato su alcuni punti chiave del documento e sulla nuova indicazione del Ministero dell’Interno che prevede l’incremento della presenza nei presidi di polizia all’interno dei Pronto Soccorso.

Dopo il saluto e gli interventi del Comandante provinciale dell’Arma Carabinieri, Massimiliano Rocco, e del Tenente Colonnello della Guardia di Finanza, Luca Elidoro, si è poi passati alle relazioni di Federico Modeo, Responsabile Servizio di Prevenzione e Protezione (Il rischio di aggressioni: esperienze e prospettive), Roberta Ricagni, Dirigente Avvocato Ufficio Legale (Aspetti legali in materia di aggressioni ai danni del personale sanitario), Lorella Gambarini, Direttore Dipsa (Il monitoraggio aziendale degli eventi) e Monica Franscini, Dirigente Psicologa (Il supporto psicologico e la presa in carico dei lavoratori).

Tra i dati più significativi riportati durante gli interventi, sicuramente quelli relativi agli atti di violenza nei confronti degli operatori sanitari: nel 2022, per esempio, sono stati oltre 100, che hanno visto anche 50 interventi delle forze dell’ordine; episodi che si sono concentrati soprattutto al Pronto Soccorso (oltre il 60 per cento dei casi), mentre la restante percentuale è da suddividere tra i reparti e gli ambulatori (39,2%). Da sottolineare, a questo riguardo, il trend che ha visto, tra il 2015 e il 2022, un aumento delle denunce da parte degli operatori, segno di come la formazione sia stato un percorso fondamentale per sensibilizzare sull’importanza di segnalare questi episodi. Formazione che ha visto negli anni partecipare alle 99 edizioni proposte oltre 1.700 operatori.A chiudere i lavori, il Direttore Generale Valter Alpe: «Partendo dalla Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari abbiamo voluto presentare questo focus che ha affrontato il tema a 360 gradi, con un taglio molto operativo. Da oggi, quindi, iniziamo questo percorso che affronteremo in sinergia con tutte le forze firmatarie del protocollo d’intesa».