È possibile migliorare la riabilitazione dei pazienti con grave cerebrolesione accrescendo le competenze dei caregiver che si devono prendere cura di loro nella quotidianità? È da questa domanda che sono partiti i professionisti della Neuroriabilitazione dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria per l’attivazione dello studio “Multicare” che si pone l’obiettivo di rilevare proprio il grado di apprendimento dei caregiver sottoposti a uno specifico addestramento multidisciplinare.

I pazienti affetti da tale patologia cronica, infatti, necessitano di supporto e assistenza continua nelle attività di vita quotidiana che coinvolgono profondamente i caregiver/familiari, anche al punto di incidere notevolmente sulla loro salute emotiva e fisica, provocando alti tassi di disagio psicologico, disturbi dell’umore, diminuzione della qualità di vita e ridotta indipendenza personale. Da qui l’importanza di aiutarli a migliorare la loro competenza e l’autoefficacia percepita nella cura attraverso specifiche strategie.


Lo studio, coordinato dall’Unità di Ricerca per le Professioni Sanitarie del DAIRI, diretto da Antonio Maconi, prevede che i caregiver seguano un percorso di addestramento da parte di un’equipe multidisciplinare, al termine del quale viene valutato il grado di preparazione effettivo e percepito a svolgere attività di supporto del paziente. In particolare il familiare partecipa a follow-up a 1 mese, 3 mesi e 6 mesi dalla dimissione del paziente dal Presidio Riabilitativo Borsalino durante i quali si valuta anche il carico del caregiver dal punto di vista fisico, psicologico e sociale: riconoscere eventuali difficoltà sue difficoltà, infatti, permette l’attuazione di interventi tempestivi per il miglioramento della qualità di vita sia del paziente sia del familiare stesso.

Il supporto al caregiver inizia però già al momento del ricovero del paziente nella Neuroriabilitazione dell’Ospedale di Alessandria, struttura diretta da Luca Perrero con il coordinamento infermieristico di Monica Mantelli (nella foto). La severa disabilità, temporanea o permanente del paziente influisce infatti non solo sulla qualità di vita dello stesso, ma anche dei membri della famiglia che devono essere già formati al momento della dimissione, quando si troveranno a fornire al proprio caro cure primarie.

Le persone che presentano un danno cerebrale, dovuto a cause traumatiche come incidenti e aggressioni o non traumatiche derivanti ad esempio da aneurismi e malformazioni, hanno spesso problemi fisici, comunicativi, cognitivi, emotivi o comportamentali che si ripercuotono sui diversi ambiti di vita, come il lavoro o l’istruzione, la famiglia, le relazioni sociali e il tempo libero. Un approccio formativo di sviluppo delle competenze, oltre al tradizionale approccio informativo, risulta pertanto necessario per i membri della famiglia al fine di fornire assistenza continua adeguata alle persone con grave cerebrolesione acquisita.