Si chiude domenica 5 febbraio la mostra “Una rotaia lunga 170 anni”, che la Fondazione Slala ha dedicato alla linea ferroviaria Torino-Genova. La mostra, ospitata a Palazzo Monferrato e curata da Roberto Livraghi, ha registrato un ottimo successo di pubblico e ha riscosso interesse e consensi da più parti.

Possiamo dire – ha dichiarato il presidente di Slala, Cesare Rossini – che la mostra abbia conseguito gli obiettivi che ci eravamo proposti. Credo infatti che siamo riusciti nell’intento di risvegliare l’interesse del pubblico sul ruolo cruciale di questo collegamento ferroviario, storico ma anche cruciale per lo sviluppo del Nord-ovest di oggi e di domani. Desidero ringraziare il curatore e tutto il comitato che ha lavorato al progetto perché questa mostra e il catalogo che l’ha accompagnata sono veramente belli ed efficaci. Inoltre, il programma di eventi che ha caratterizzato il mese di gennaio appena concluso ci ha permesso di leggere l’importanza di questo collegamento attraverso vari punti di osservazione e rivolgendoci a pubblici molto diversi fra loro.


Il convegno su ferrovie e letteratura, con la presenza di eminenti studiosi, tra cui il presidente dell’Accademia della Crusca, ha suscitato un interesse particolare, richiamando il pubblico delle grandi occasioni. Il seminario sul presente e il futuro della linea Torino-Genova nel contesto più ampio della dorsale tirrenica Torino-Roma ha sollevato questioni e avanzato proposte che spero si possano tradurre in decisioni concrete e ravvicinate. La giornata in cui la Fondazione FS e il DLF hanno portato in stazione un treno storico con tanto di locomotiva a vapore è stata un successo di pubblico, non solo delle scuole (a cui era dedicata), ma di tutta la cittadinanza. Il convegno sulla responsabilità penale degli enti ha fatto il punto su una normativa recente (il decreto 231/2001) che trova le sue radici nella necessità di regolare i lavori delle grandi opere pubbliche ed è proprio nata con la costruzione delle ferrovie ottocentesche”.

La mostra si chiude sabato e domenica 4-5 febbraio con le ultime visite guidate (sempre alle ore 17.30). Domenica 5, però, l’ultimo appuntamento è al Conservatorio Vivaldi, che ospiterà un concerto-conferenza su Giuseppe Verdi, Alessandria e il “cavallo di ferro”. L’appuntamento è per le 17 presso l’auditorium Pittaluga (via Parma 1), e reca il titolo “L’opera in viaggio: Giuseppe Verdi nell’epoca dell’inaugurazione della Torino-Genova”.

Il programma prevede l’alternarsi di relazioni dedicate a Giuseppe Verdi e al contesto culturale e musicale alessandrino nel decennio dell’inaugurazione della linea ferroviaria, con intermezzi musicali di arie verdiane a cura delle classi di Canto del Conservatorio alessandrino.

Marco Ravasini, già docente al “Vivaldi” e poi al Conservatorio di Musica “Giuseppe Verdi” di Torino esporrà sul rapporto tra Verdi e la modernità del treno, con un intervento dal titolo “Verdi e il cavallo di ferro”. Seguiranno le relazioni di Anna Dondi e Giovanni Polin, docenti del “Vivaldi”, dai titoli, rispettivamente, “Verdi e la vita teatrale in Alessandria nel secondo Ottocento” e “Tra Pirati, Cosmorami e Gazzette: note sulla vita teatrale e musicale ad Alessandria nell’era verdiana”.

Sul palcoscenico si esibiranno le voci di Giorgia Deferro, Michela Giordano, Zhao Huan, Chiara Sorce, Zijing Tian e Li Xinghui, accompagnate al pianoforte da Giovanni Manerba.

L’ingresso è gratuito e consentito fino all’esaurimento dei posti disponibili.

Questo finale in musica è la giusta conclusione per una mostra che è piaciuta molto agli alessandrini – ha dichiarato il curatore, Roberto Livraghi. Desidero ringraziare, oltre al presidente Rossini, tutti gli enti che hanno promosso l’evento, la Fondazione Cassa di Risparmio, che come al solito ne ha permesso la piena realizzazione, e voglio rivolgere un particolare ringraziamento al DIGSPES dell’Università del Piemonte orientale e al suo direttore, la prof. Serena Quattrocolo, con cui abbiamo lavorato in piena sintonia per dare vita al programma degli eventi”.