Un mercato in espansione ma soggetto a regole stringenti


I prodotti a base di CBD, una sostanza presente nella cannabis con potenziali proprietà benefiche, stanno riscuotendo da anni un grande successo di pubblico e sono ampiamente disponibili in molti punti vendita fisici e online.

Di conseguenza, i consumatori di questi prodotti sono in costante aumento e possono scegliere tra una vasta gamma di prodotti con diverse caratteristiche, concentrazioni e livelli di purezza del principio attivo.

Questa ampia offerta, che comprende diverse tipologie di prodotto come oli, tinture, lozioni e cristalli di CBD, risponde alle diverse esigenze e preferenze dei consumatori. Ad esempio, è possibile acquistare cristalli di CBD online in Italia, ma è importante fare attenzione a scegliere produttori affidabili e rispettosi della normativa vigente.

Con così tanta scelta disponibile, si potrebbe pensare che la liceità di questi sia scontata, ma in realtà la normativa sul CBD è soggetta a stringenti controlli e limitazioni in Italia.

In questo articolo vediamo di mettere a fuoco la normativa di riferimento, così da comprendere le regole per l’uso legale del CBD in Italia.

Il CBD: una sostanza legale con potenziali effetti benefici

Prima di esaminare in dettaglio la normativa italiana, è importante comprendere le proprietà del cannabidiolo (CBD), una sostanza derivata dalla cannabis senza effetti psicoattivi.

A differenza del THC (delta-9-tetraidrocannabinolo), che è un altro principio attivo della cannabis, il CBD non è una sostanza psicotropa e pertanto non rientra nell’ elenco delle sostanze psicotrope vietate dalla legge (DPR 309/90).

Più nel dettaglio, secondo un rapporto dell’OMS del 2018, il cannabidiolo non soltanto può essere assunto senza particolari rischi per la salute, ma avrebbe anche potenziali effetti benefici, dal momento che sarebbe in grado di attenuare gli stati d’ansia e favorire il sonno.

Inoltre, diverse ricerche hanno dimostrato le sue proprietà antinfiammatorie e lenitive, che possono fornire un valido aiuto nel trattamento del dolore cronico e possono anche essere utili per lenire infiammazioni muscolari e articolazioni doloranti.

La crescente comprensione dei benefici del CBD da parte della scienza ha influito positivamente sulla legislazione italiana e europea, aprendo di fatto la strada alla liberalizzazione della vendita di questa sostanza.

Adesso esaminiamo lo stato attuale della normativa italiana.

La normativa italiana sulla cannabis legale e sul CBD

Come è noto, il quadro normativo di riferimento è costituito dalla legge n. 242 del 2016, che ha lo scopo di promuovere la coltivazione e il commercio della canapa industriale in Italia.

La legge in questione permette la coltivazione di canapa sativa L. per usi industriali, purché si utilizzino semi certificati dal Ministero delle politiche agricole (oggi Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste).

Queste piante, registrate nel “Catalogo comune delle varietà della specie di piante agricole”, sono diventate note con il nome di canapa legale o cannabis light, poiché garantiscono una concentrazione di THC inferiore allo 0,2% nei prodotti da essa ottenuti.

Al di sopra di questa soglia, la coltivazione, l’uso e il consumo di cannabis sono illegali e punibili penalmente. Al contrario, l’uso di cannabis light e dei prodotti derivati è considerato legale, poiché contiene quantità trascurabili di THC.

Di conseguenza, è consentito acquistare prodotti a base di CBD derivati da canapa ‘depotenziata’.

La normativa europea sul CBD

Più di recente è però intervenuta una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (Sentenza nella causa C-663/18 del 19 novembre 2020) che ha chiarito la situazione legale del CBD in tutti gli Stati membri dell’UE, consentendo la sua vendita in Europa.

Anche se la Corte Europea ha riconosciuto il CBD come sostanza legale e ne ha consentito la vendita in tutta l’UE, ogni singolo Stato membro ha tuttavia la libertà di imporre dei limiti, attraverso la propria normativa nazionale, all’utilizzo di questa sostanza, se ritiene che ciò sia necessario per proteggere la salute pubblica.

In altre parole, anche se la sentenza della Corte Europea ha fornito una base comune per la regolamentazione del CBD e nonostante siano state elencatele sostanze psicotrope vietate, ogni Stato ha ancora la possibilità di decidere come vuole gestire l’utilizzo di questa sostanza all’interno dei propri confini.

In conclusione

La sentenza della Corte Europea ha rappresentato un importante passo avanti nell’ambito della regolamentazione del CBD al livello europeo e ha aperto le porte a nuove opportunità di sviluppo per il settore.

Tuttavia, questa sentenza non ha risolto tutte le questioni riguardanti la regolamentazione dei prodotti derivati dalla cannabis in Italia, in quanto esistono ancora molti aspetti che richiedono una regolamentazione più dettagliata, come ad esempio la produzione, la distribuzione e la vendita di prodotti a base di THC per uso terapeutico.

In Italia, ad esempio, la cannabis è stata legalizzata per uso terapeutico nel 2007, ma la sua produzione, distribuzione e vendita sono ancora regolamentate in modo molto restrittivo. Inoltre, non esiste ancora un quadro legislativo chiaro per la produzione e la commercializzazione di prodotti a base di CBD per uso non terapeutico, come gli oli e i cosmetici.

In attesa di un quadro normativo più chiaro, molti produttori e consumatori di prodotti a base di cannabis light si trovano ancora in una situazione di incertezza, non sapendo con certezza cosa sia permesso e cosa sia vietato.

In definitiva, ci si augura che questa sentenza della Corte Europea possa portare a una maggiore chiarezza e a una regolamentazione più coerente dei prodotti a base di cannabis in Italia e in altri paesi dell’UE, in modo da proteggere la salute e la sicurezza dei consumatori e garantire un ambiente di mercato trasparente per tutti gli operatori del settore come Justbob.it, e-commerce dedicato alla vendita di prodotti a base di CBD noto tra gli appassionati per la varietà della propria offerta.