Il PNRR, acronimo di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è il programma strategico proposto dall’Italia per rispondere alla crisi post-pandemia. Rientra in un più ampio progetto europeo, il Next Generation EU, che ha come obiettivo la ripresa economica e sociale dell’Europa. Il PNRR si compone di 6 missioni, ciascuna relativa ad un settore, nelle quali sono contenute tutte le componenti che riguardano il piano e sono organizzate in singole aree di intervento, con deadline da rispettare da qui al 2026. Negli ultimi giorni del 2022, il ministro Fitto ha dichiarato che sono stati raggiunti i 55 obiettivi del PNRR fissati per il 31 dicembre e che si può proseguire con gli altri progetti, che prevedono, tra le altre cose la riforma della giustizia. Tra le missioni da conseguire, ce n’è una specifica per l’Università, la missione 4, che riceverà 30,88 miliardi di finanziamento per promuovere lo sviluppo di un’economia basata sull’alta conoscenza e sulla competitività, partendo dall’ammodernamento delle strutture scolastiche e da un aggiornamento delle metodologie d’insegnamento e della formazione dei docenti.

Cosa prevede il PNRR per l’università


Gli oltre 30 miliardi stanziati sono stati ripartiti in due distinte componenti:

  • 19,44 miliardi di euro sono destinati al potenziamento dei servizi di istruzione ad ogni livello.
  • 11,44 miliardi sono invece stati stanziati per finanziare la ricerca e per promuovere lo sviluppo di network, tra università e imprese per esempio, che basano la loro crescita sulla tecnologia e sul capitale umano ad alti livelli di preparazione.

Queste misure andranno realizzate di concerto tra diversi ministeri, tra i quali il Ministero dell’Università e la Ricerca, il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero dell’Istruzione. Partendo da un’analisi critica del sistema d’istruzione italiano, bisognerà creare le basi per una scuola che ad ogni grado d’istruzione possa garantire una formazione in linea con il mercato e con i bisogni della società.  L’Italia al momento è penultima per numero di laureati in Europa e all’ultimo posto come percentuale di abbandono scolastico. È fondamentale intervenire per recuperare il gap rispetto ai paesi membri e per ridare al paese competitività e una cultura generale più elevata. E il PNRR rappresenta un’occasione da non lasciarsi scappare.

I progetti del PNRR per l’università

Un ruolo centrale nell’attuazione dei programmi previsti dal PNRR per l’Università lo svolgono i centri di ricerca individuati sul territorio nazionale, dei quali il CNR è capofila nazionale. Si stanno occupando di redigere progetti di ricerca che favoriscano l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale a livello industriale, promuovano idee per la mobilità sostenibile e creino dei veri e propri network tra aziende e università per garantire il trasferimento tecnologico e di competenze specializzate. L’intento è di dare la possibilità a chi sceglie di specializzarsi nei vari tipi di corso di laurea magistrale disponibili, la possibilità di vedere riconosciute le proprie competenze ed essere utilizzate per la realizzazione di piani che hanno un’importante ricaduta sull’economia del paese. Ciò stimolerà sicuramente le giovani generazioni a proseguire negli studi e ad avere l’ambizione di essere partecipi di una crescita condivisa. Le opportunità di formazione del resto non mancano e ci si può avvalere anche della tecnologia per conseguire i titoli ai quali si è interessati. Ci sono ad esempio le università online, ad esempio la Niccolò Cusano, che permettono di seguire i corsi in modalità e-learning, senza obbligo di trasferimento nella sede universitaria e senza vincoli orari per seguire le lezioni.