Claudio Cristoferone aveva 62 anni ed amava la musica che era una componente essenziale della sua vita. Sebbene avesse un anno meno di me, è stato mio compagno di scuola alle medie in quanto aveva iniziato a frequentarle da precoce.

La cronaca scarna di questi giorni mi porta a scrivere che Claudio è deceduto cinque giorni fa e le esequie sono state celebrate al cimitero di Tortona con una breve cerimonia alla presenza dei suoi tre figli, di amici e conoscenti.

Claudio però era molto altro e più che scriverlo ho cercato di trasmetterlo attraverso alcune immagini prese dal suo profilo Facebook: abile chitarrista e cantante aveva composto alcune canzoni contro la guerra, ma la sua attività era soprattutto legata ai piano-bar e alla musica dal vivo.

Era uno dei quei musicisti – spesso di grande talento ma forse quasi invisibili al pubblico – che allietano le serate in tanti locali fra cui uno in particolare ad Alessandria ma anche nella zona, in provincia di Pavia e in tante altre città italiane.


Scrivere soltanto questo di Claudio Cristoferone però sarebbe riduttivo perchè la musica faceva parte del suo DNA: amava definirsi un “artigiano della musica” e tante sono state le iniziative che lo hanno visto protagonista da solo o con altri colleghi: autore delle musiche di molti spettacoli teatrali “rivisitò” in chiave jazz, molti pezzi di cantautori affermati.

Claudio era soprattutto un riflessivo lo era fin da bambino, sui banchi di scuola: ricordo il suo sguardo vivace, e il suo sorriso, che adesso, purtroppo non c’è più ma voglio chiudere questo triste articolo con una sua frase pubblicata sul suo profilo Facebook che la dice lunga su quanto fosse riflessivo Claudio: “Passano persone che conosci e ti chiedono come stai ma procedono e non ascoltano risposta, forse lo sanno già o fanno maleducatamente i gentili con un sorriso mascherato…”

Angelo Bottiroli