Nei giorni scorsi nella Biblioteca dell’Istituto Marconi di Tortona, Micol Spolladore e Annalisa Placca hanno proposto ai ragazzi delle classi 3^AR, 3^AS e 4^BE una serie di interessanti riflessioni sulle origini della lingua italiana e sulle influenze linguistiche esterne che hanno contribuito alla sua evoluzione.   L’intervento, intitolato non a caso  “Una Radice comune”, rientra nell’ambito di una serie di incontri e di laboratori linguistici proposti alle scuole dalla Biblioteca Civica “Tommaso de Ocheda” di Tortona in collaborazione con il Centro Studi “Ugo Rozzo” .

  Un primo esempio dii etimologia della parola lo ha fornito Annalisa Placca, che ha citato Cicerone e la sua spiegazione della parola “sole”: “quando splende nel cielo si vede solo lui, per questo si chiama sole, perché è “da solo”.  L’origine di una parola è però spesso frutto di un processo molto più complesso ed è necessario fare riferimento alle radici linguistiche originarie.


  A questo proposito, le relatrici hanno dedicato ampio spazio all’ illustrazione delle differenze tra il latino volgare scritto e parlato “l’italiano continua (non deriva) dal volgare”. Una riflessione su questa frase ci ha permesso di notare come alcuni lessemi abbiano subito varie trasformazioni nel corso dei secoli ed altri invece no.  È il caso della parola “cavallo”: il termine deriva dal latino “cavallum”, che significava ronzino, cavallo da lavoro,  mentre con “equum” i Romani intendevano un cavallo di più nobile razza e destinato alle corse;  il popolo ha però naturalmente continuato a chiamare l’animale “cavallum” e l’uso è arrivato fino a noi. 

  Anche le espressioni di derivazione straniera  entrano a buon diritto nel nostro vocabolario, pur con alcune perplessità da parte dei puristi della lingua: utilizzando ad esempio l’inglese come lingua veicolare è naturale che molte parole, spesso riferite alle nuove tecnologie o alle mode, vengono ‘’prese a prestito’’ e poi si sedimentino tenacemente nell’uso quotidiano.  In epoca moderna, i “prestiti” dall’inglese costituiscono un esempio macroscopico, ma anche i termini derivanti da altre culture fanno ormai parte del lessico comune, oltre che colto.   Nel tempo, I contatti con le popolazioni di origine araba, hanno contribuito ad arricchire notevolmente il patrimonio linguistico italiano ed europeo in generale, inserendo nuovi termini  in ambito  scientifico e matematico, come, per esempio, le cifre su cui si fonda la matematica moderna, ma anche toponimi, giochi e nomi di cibi.

Utilizzare consapevolmente il nostro vocabolario, imparando a conoscere le sue origini e le sue infinite sfumature espressive, è molto importante perché l’unico bagaglio che ci seguirà sempre, in ogni viaggio o esperienza della vita, e senza il rischio di perderlo, è proprio quello culturale: una valigia di tesori inestimabili, che ci identifica e ci impedisce di dimenticare chi siamo. 

Andreea Maria OLTEAN  – 3^AR Amministrazione, Finanza & Marketing