Domani, giovedì 1° dicembre in via Calvino 4 a Tortona, nasce “Civico 4” un ristorante e cocktail bar boutique che ridefinisce le regole della tradizione per creare un linguaggio esperienziale in cui futuro, ricerca e innovazione convergono in una proposta gastronomica dettata dall’equilibrio. “Un locale di nicchia”, come indicato dai fondatori Federico Costa, Chef, e Alessio Cantamaglia, Barman, che dopo una fervida collaborazione presso il Caffè della Posta di Castelnuovo Scrivia, aprono nel cuore della città il proprio personale percorso imprenditoriale con la volontà condivisa di ridare valore al tempo, all’esperienza e alla conoscenza.

Il locale si trova nel cuore di Tortona vicino ad una delle vie storiche più importanti, dedicata a Lorenzo Perosi, all’interno di un cortile tipico. Il locale è all’interno di un lucernario conosciuto ai tanti tortonesi, in un ambiente elegante e raffinato dove mangiare è concretezza, bere è scoperta: dalla qualità degli ingredienti, selezionati fra le eccellenze del territorio sapientemente combinati in cucina, a una proposta beverage che incontra la grammatica dalla mixologia contemporanea, qui ogni gesto parla di una nuova suggestione cui abbandonarsi.


Lasciata la frenesia della vita moderna, Civico 4 accoglie i suoi ospiti in un giardino d’inverno ricavato da una serra di inizio 900 costruita all’interno di una corte bucolica. Una bottigliera selezionata e 30 posti a sedere definiscono uno spazio curato e rilassante, ironico ed estroverso, composto da tavoli da 2, 4 , 6 persone e comodi divanetti dove è possibile sorseggiare cocktail, degustare vini e assaporare piatti della tradizione ridefiniti nella ricerca dell’essenziale.

Aperto da mercoledì a domenica dalle 18.30, Civico 4 è un invito a vivere un’esperienza di gusto fatta per stupire… anche la domenica a pranzo. “(…) Perché tutto parte sempre dalla nostre radici –  dai ricordi, dalle emozioni – indicano Costa e Cantamaglia –. Il pranzo della domenica è un momento sacro che definisce la nostra cultura e ci permette di riappropriarci della nostra storia”.

Il Locale