E’ stato un IV novembre particolare questo appena celebrato a Pontecurone. Infatti, poichè il 4 novembre è anche il giorno della commemorazione dei caduti e dei dispersi di tutte le guerre,è stato ricordato Luigi Taverna, figlio di Pietro e di Matilde Isetta, carrista, che sul Fronte Egiziano sacrificò la sua giovane vita nella speranza di un futuro migliore. Aveva 23 anni, era partito volontario e perse la vita esattamente 80 anni fa, in seguito ad una delle più importanti e cruenti battaglie della seconda guerra mondiale: quella di El Alamein, a circa 100 Km da Alessandria d’Egitto, il 4 novembre 1942. I bambini della Primaria, i ragazzi della secondaria di I grado e gli adulti presenti sono rimasti particolarmente molto colpiti dal “pensiero per tutti i carristi caduti ad El Alamein” letta da un alunno.

L’ Associazione Nazionale Carristi d’Italia sez. di Pavia ha inviato per l’occasione doni e ricordi dei carristi (libri, crest, basco, foulard) per la scuola di Pontecurone, insieme ad una lettera del Gen. D. Sabato Errico. L’Amministrazione pontecuronese ha consegnato un diploma a Gianpiero Zelaschi e alla prof. Rita Taverna, nipoti di Luigi Taverna.


Tutto questo è avvenuto dopo la parte tradizionale della cerimonia ai piedi del Monumento ai Caduti in piazza Matteotti: canzone del Piave, prolusione, tenuta quest’anno dalla prof. M. Grazia Milani, letture da parte di alcuni scolari, tratte da lettere di soldati al fronte mai più tornati a casa, scritte alle proprie madri, benedizione della corona d’alloro da parte del parroco don Loris e inno di Mameli, cantato da tutti i presenti.

Pensiero per tutti i carristi caduti ad El Alamein

Se vi capitasse di volare sul deserto, magari mentre andate in vacanza sul Mar Rosso, specialmente in una notte di luna piena, provate a guardare in basso, sulla superficie sabbiosa.

Potrebbe capitarvi di vedere luccicare qualcosa qua e là, … allora dite una preghiera, perché ciascuno di quei luccichii, che vedete, è il cuore di un carrista, sepolto sotto la sabbia da tanti anni. Di lui non è rimasto nulla, ma il suo cuore d’acciaio, levigato e lucidato dalla sabbia mossa dal vento, non si corromperà mai, brillerà per sempre.