Nasce da una famiglia di architetti. Progettista completo in quanto assume le conoscenze armoniose delle forme, unite a quelle scientifiche avendo conseguito la laurea in ingegneria, in architettura poi. Il suo nome è legato alla nostra città in quanto ha prestato la sua opera per l’illustre famiglia Borsalino.

Nasce a Milano all’inizio del 1900 da famiglia genovese di architetti.


Giovanissimo è già abile nel tracciare schizzi sotto lo sguardo attento di nonno Ignazio, disposto amorevolmente seguirlo con la massima attenzione; i suoi suggerimenti propendono a trasmettere al nipote quella singolare impronta con cui sono contrassegnate le sue opere.

Frequenta il liceo classico Giovanni Berchet di Milano per iscriversi ad Ingegneria Civile al Politecnico, dopo alla Facoltà d’Architettura presso lo stesso Ateneo, una scelta opportuna per proseguire sulle orme di famiglia, pur individuando un proprio stile personale.

Gli anni passati da universitario gli permettono di incontrare, conoscere, discutere con altri compagni al fine di confrontare le idee, svilupparle nell’ambito della progettazione civile.

Studia parecchio, con questi presupposti analizza le forme classiche, le confronta intanto collabora nello studio paterno.

La sua matita traccia i primi disegni, in seguito lavora per l’edilizia ospedaliera, quella assistenziale, alcune di queste concezioni sono state applicate in strutture edificate nella nostra Alessandria, realizzate per la Famiglia Borsalino di cui è diventato congiunto, convolando a nozze con Aura, figlia di Giulia Strada Borsalino e Celestino Usuelli.

Il suo stile è inconfondibile, riesce a scostare la propria personalità lontano dal «complesso d’inferiorità nei confronti della scienza e della tecnica che affligge e condiziona molti architetti», come ha asserito nel 1980.

L’esperienza degli studi in ingegneria gli permettono di sfruttare “al meglio” la propria cultura, accentrando le conoscenze per lo sviluppo dei progetti usciti dalla sua mente, pur mantenendo con costanza l’impronta d’architetto, come è segnato nel profondo sentimento.

Il suo pensiero sull’arte dell’architettura, l’abilità di concretizzarlo è ben descritto dall’Enciclopedia Treccani in quanto ha la capacità di: tradurre i connotati ambientali in raffinate espressioni personali, esprimendo uno specifico carattere rispetto al luogo e al tema, senza stilemi artistici precostituiti ma lavorando, in particolare, sull’idea di “durata” degli edifici, sulla considerazione della loro “utilità collettiva”.

Questi sono i presupposti con cui Ignazio ha impostato la sua “arte”, atta ad assolvere un impegno funzionale, luminoso, utilitario affine alla corrente artistica del razionalismo.

Franco Montaldo