Diciottenne è all’Accademia Albertina di Torino, successivamente a Milano all’Accademia di Brera con gli insegnanti Vespasiano Bignami, Antonio Alciati, ed altri, per salire in cattedra dal1927 al 1932; in un periodo successivo, dal 1951 al 1955, è chiamato al Liceo Artistico di Brera ad insegnare figura disegnata.

Le commissioni per dipingere o scolpire iniziano timidamente a bussare alla sua porta, così il comune di Comune di Campo Ossuccio, in provincia di Como è intenzionato a erigere il Monumento al Milite Ignoto: iniziato nel 1926 è l’unica scultura di tutta la sua esistenza d’artista, purtroppo abbattuta nella metà degli anni trenta.


La Galleria Micheli lo chiama per invitarlo ad esporre le sue opere, la prima esposizione personale, in assoluto, a Milano; le sue tele, l’anno successivo compaiono alla Mostra del Novecento Italiano, allestita alla Permanente del capoluogo lombardo, per essere esposte nei vari contenitori culturali italiani, nonché stranieri.

La versatilità di Cristoforo, nel frattempo si forma, matura, per cui dal primo periodo giovanile passa ad una fase riflessiva laddove lo si incontra nella sfera dell’architettura, collabora con lo studio di Pietro Lingeri, Giuseppe Terragni assaporando la corrente del razionalismo, ovvero quell’orientamento inteso al radicale rinnovamento dei processi tecnici e delle forme … considerata nel rapporto dei suoi fini sociali, come riporta l’Enciclopedia dell’Arte, edita da Garzanti.     

E’ nuovamente alla tavolozza, con essa tende l’approccio verso l’astrattismo, per tornare alla pittura figurativa, accarezzando la tendenza di Paul Cezanne, sfiorando il cubismo del nostro Pietro Morando.  

L’amico Mario Sironi lo chiama per dipingere un affresco per la Quinta Triennale egli presenta Figure d’Estate, una tavola purtroppo eliminata alla conclusione della manifestazione.

Gli anni cinquanta, per Cristoforo, sono attraenti in quando dedica il suo tempo a pitturare vetrate, dividendosi fra il Duomo e la Camera di Commercio di Milano, un momento suggestivo per un’esperienza importante qual è lo sviluppo dei temi religiosi, riportati in grandi dimensioni su vetro, un approfondimento sentimentale intersecato come rapporto fra arte figurativa ed architettura.

Il nostro Comune, la Regione Piemonte gli dedicano una mostra antologica all’artista, un paio d’anni dopo è presente a Palazzo Reale Milano per presenziare, all’esposizione ”Annitrenta”, inserito nel settore Reazione al Novecento.

                                                                                 Franco Montaldo