Sono stati finalmente resi noti dai Carabinieri del Nucleo Operativo di Alessandria, l’esito delle indagini avviate dai militari della Compagnia di Tortona in merito all’omicidio avvenuto il 20 giugno nel Tortonese la cui vittima è stata Norma Megardi (e non Mengardi come riportato in prima istanza dalle fonti ufficiali) . I dettagli di tutta la macabra vicenda, sono stati resi noti durante una conferenza stampa che si è svolta questa mattina, martedì 28 giugno presso il Comando provinciale dei Carabinieri di Alessandria.

Nelle giornata di ieri, 27 giugno 2022, il GIP del Tribunale di Alessandria ha convalidato il fermo disposto dalla Procura della Repubblica di Alessandria del 23enne imprenditore agricolo di Sale, Luca Orlandi, già rinchiuso in carcere nelle prime ore della mattina del 25 giugno 2022 ritenuto responsabile dell’omicidio di Norma Megardi e della distruzione del cadavere della stessa mediante incendio.


Nella serata del 20 giugno 2022 i Vigili del Fuoco e i Carabinieri della Stazione di Sale   erano intervenuti nel comune di Isola Sant’Antonio dove era stato segnalato un incendio all’interno di un campo. Tra la fitta vegetazione veniva individuata un’autovettura avvolta dalle fiamme. L’incendio veniva domato e nel veicolo ormai completamente distrutto dalle fiamme veniva rinvenuto un cadavere carbonizzato. 

Le serrate ed approfondite indagini del Carabinieri del Nucleo Investigativo di Alessandria supportati dai militari della Compagnia Carabinieri di Tortona procedevano con grande difficoltà a causa dell’assenza di tracce utili sul luogo del macabro rinvenimento, tuttavia consentivano di raccogliere molteplici indizi in grado di ricostruire la dinamica dell’omicidio, poi confermata in sede di confessione.  

Il 20 giugno 2022 alle ore 18.00 circa, secondo la ricostruzione effettuata dai Carabinieri, Norma Megardi si allontanava dalla sua abitazione di Sale alla guida dell’autovettura a lei in uso Opel Crossland per raggiungere il vicino capannone in un terreno di sua proprietà insistente nel medesimo comune. Dopo un breve tratto sulla SS211 la donna imboccava via Rosselli, una strada di campagna che costeggia la cascina Croce Rossa di proprietà della famiglia del 23enne e che procede fino al predetto capannone. Giunta a destinazione, dopo aver parcheggiato il veicolo ed esserne scesa, la donna avrebbe avuto un diverbio con il 23enne, probabilmente riconducibile alla conduzione da parte del giovane di alcuni terreni di proprietà della donna. Il 23enne si sarebbe allontanato per ricomparire subito dopo alla guida della Fiat Panda a lui in uso e, procedendo a grande velocità, avrebbe puntato di proposito in direzione della signora Megardi, che in quel momento era in piedi sulla strada, investendola violentemente.

Successivamente, sempre secondo la ricostruzione effettuata dai Carabinieri, il giovane avrebbe riposto la sua l’auto gravemente danneggiata dall’incidente nel garage della sua abitazione, e, ritornato sul luogo dell’investimento, avrebbe caricato il corpo della vittima sulla Opel e avrebbe riposto nel portabagagli dell’auto due taniche di carburante agricolo. Messosi poi alla guida della suddetta autovettura, avrebbe raggiunto il comune di Isola Sant’Antonio dove, addentratosi per circa 200 metri tra gli alberi di un campo incolto, avrebbe cosparso di carburante l’abitacolo dell’auto e appiccato il fuoco con un accendino. Successivamente avrebbe raggiunto a piedi la sua abitazione, avrebbe rimosso con un flessibile il parabrezza danneggiato della Fiat Panda, lo avrebbe riposto in un sacco di plastica nero e con un’altra autovettura di sua proprietà  lo avrebbe abbandonato a bordo strada in una località a circa dieci chilometri di distanza dal luogo del delitto.

Durante la confessione indicava ai Carabinieri il luogo di abbandono del parabrezza consentendo agli stessi di rinvenirlo.  La sera stessa poi avrebbe raccontato ai genitori che i danni riportati dalla Fiat Panda erano dovuti alla caduta di alcuni cassoni. La mattina successiva, ovvero il 21 giugno 2022, unitamente alla madre, avrebbe affidato la Fiat Panda – già rinvenuta dai Carabinieri nel corso dell’indagine – presso un carrozziere della zona a cui veniva riferito che quei danni erano dovuti all’investimento di un animale.