Prima di iniziare a leggere l’articolo vi spieghiamo subito che pubblicare le generalità delle persone denunciate è un reato, per cui chi lo fa (compresi altri giornali) viola la legge può essere a sua volta querelato e denuncia, per cui non vi diremo chi è il commerciante in questione, ma vi diremo cosa ha fatto.

Se l’uomo è finito nei guai bisogna ringraziare la Guardia di Finanza di Tortona che lo ha scoperto. Si tratta di un commerciante dedito alla rivendita di automobili usate, con chilometraggio artatamente ridotto per aumentarne il valore commerciale e renderle più attraenti agli occhi degli ignari acquirenti.
Le indagini svolte dai finanzieri, coordinate dalla locale Procura della Repubblica, hanno portato alla denuncia per truffa e frode in commercio di un soggetto titolare, nel tortonese, di una rivendita di autovetture usate alle quali ha manomesso il “contachilometri”, riducendo le percorrenze effettive indicata, facendole, così, sembrare “più giovani” di quello che in realtà erano.
Secondo gli accertamenti, le auto venivano “ringiovanite” con l’utilizzo di apparecchiature elettroniche capaci di modificare i dati delle centraline per svariate decine di migliaia di chilometri, addirittura, in alcuni casi, di oltre 100 mila km, trasformando così mezzi vecchi da rottamare, pericolosi per l’incolumità dei passeggeri e per la stessa circolazione stradale, in veicoli dall’apparente motore seminuovo.
Fra il 2018 ed il 2021, sono 21 le vetture sottoposte al lifting fraudolento e vendute su tutto il territorio nazionale,
ed oltre 2 milioni sono i chilometri complessivamente scalati.
Così modificate, le auto venivano pubblicizzate mediante annunci su siti web specializzati, dai quali ricevevano una maggiore valutazione, garantita dalla riduzione fittizia dei chilometri, permettendo agli indagati di conseguire un indebito vantaggio economico dalla vendita, a danno degli ignari clienti truffati.


Il meccanismo utilizzato consisteva nel sottoporre il mezzo ad una revisione anticipata, anche di un anno rispetto al periodo previsto, andando però prima a ridurre i chilometri percorsi che apparivano sul display della vettura, al fine di venderla ad un prezzo maggiorato rispetto al suo reale valore.
La frode è stata scoperta comparando i dati storici delle revisioni effettuate sulle vetture, estrapolati dalla Banca
dati della Motorizzazione Civile, con il chilometraggio registrato in occasione dell’ultima revisione, nonché con
quello visualizzato sul display del mezzo oggetto di verifica.

In tal modo è emersa l’inequivocabile incongruenza tra i chilometri reali e quelli “ridotti”, portando alla conseguente denuncia per truffa e frode in commercio.