Quarant’anni fa. Ricordo come se fosse ieri la notizia shock: “E’ morto don Sparpaglione! L’hanno investito!” Non avevo bisogno di conoscere i particolari dell’incidente, perché don Sparpaglione lo vedevo molto spesso sfrecciare sulla sua bicicletta: dopo aver attraversato Rosano, scendeva come un fulmine verso Pontecurone, passando davanti alla Salvaterra -casa mia – per poi imboccare la statale in direzione di Tortona. A volte, se mi vedeva nei pressi della strada, mi faceva un cenno con la mano, ma solitamente teneva la testa bassa, concentratissimo sul fondo stradale. Le prime informazioni sulla vita di don Orione, le ho apprese dai suoi numerosi libri, che hanno un posto privilegiato nella mia libreria: la prima biografia di don Orione, Le lettere scelte, Le perle di don Orione, l’Elogio della carità… Ho sempre ammirato il suo stile narrativo: sobrio, lineare, chiarissimo, fatto di scelte lessicali accurate e di una sintassi “manzoniana”, armoniosa ed equilibrata.

La sua passione per la bicicletta, che lo aveva portato a seguire da vicino le imprese di Cuniolo e di Coppi, gli fu fatale quel tragico 18 maggio 1982, nell’attraversare la nuova circonvallazione di Pontecurone per dirigersi a Tortona. Sulla banchina destra, tra l’erba, rimase per molti anni una lapide a lui dedicata, ombreggiata da una tenera rosa. Don Domenico Sparpaglione, luminoso esempio di fedeltà alla sua vocazione di sacerdote orionino, ha avuto la grande fortuna di avere per Maestro lo stesso Don Orione.


                                                                                                          Marialuisa Ricotti

FOTO RCHIVIO DON ORIONE – ROMA