Il 31 marzo di quest’anno ricorre il centenario della nascita di Virginio Arzani, più noto forse con il suo nome di battaglia da partigiano, Chicchirichì. Giuseppe Virginio Arzani (ma, per tutti, solo Virginio) era nato infatti il 31 marzo 1922 a Genova, ma la comunità di Viguzzolo lo sente, e con ragione, come un figlio proprio sia perché i suoi genitori erano originari entrambi di Viguzzolo e qui avevano a lungo vissuto, sia perché a Viguzzolo fin da bambino Virginio trascorse le sue vacanze, ospite di parenti e coltivò le sue amicizie.

Le buone attitudini per lo studio lo portano a conseguire con ottimi voti sia il diploma da maestro sia con un esame integrativo anche la maturità liceale, dopo la quale si iscrisse alla Regia Accademia militare di Modena. Dopo i due anni del corso per allievi ufficiali, venne nominato sottotenente di fanteria e destinato, il 6 settembre 1943, a Parma, al 4° reggimento bersaglieri. Ma solo due giorni dopo, quando fu resa pubblica la firma dell’armistizio e si azzerarono tutti i punti di riferimento, con lo sfascio dell’esercito e il crollo di ogni credibilità delle istituzioni, ancora una volta è a Viguzzolo che Virginio tornò a rifugiarsi. Il paese con la sua rete di parentele, di amicizie, di solidarietà diede vita in quel periodo a un contesto in cui furono in molti  a fare la scelta partigiana, scelta su cui ha giocato indubbiamente un ruolo non secondario sia un codice condiviso di tipo etico- sociale sia la presenza di individualità carismatiche, quali Beniamino Ponta (Mino) il mitico custode della Pieve del paese che preparava il terreno, sceglieva i giovani che sembravano pronti e li accompagnava “su” , risalendo nottetempo la Val Curone con la bicicletta fino a San Sebastiano, o Giuseppe Bernardelli, Claudio, ufficiale dell’aeronautica.


Per alcuni mesi, quindi, Arzani sta nascosto in paese, ma all'inizio del gennaio 1944 raggiunge, accompagnato da Bernardelli, la banda di Franco Anselmi (Marco) a Dernice, primo nucleo partigiano operante nella provincia di Alessandria. E qui Virginio diventa Chicchirichì: secondo l’amico Alessandro Semini, (Repubblica), questo nome di battaglia derivava dal suo essere mattiniero, dalla sua abitudine di svegliarsi al mattino prima di tutti gli altri; secondo il novese Alessandro Ravazzano (Cucciolo), invece, era legato al suo essere stato tenente dei bersaglieri ed era un chiaro richiamo alle piume del cappello tipico di quell’arma; secondo Mario Marini, infine, che fu sindaco di Viguzzolo dal 1980 al 2004, indicava il suo essere stato tra i primi ad andare in montagna. Ma accordo non c’è nemmeno sulla grafia del nome, che compare spesso nelle due forme Chicchirichì e Kikirikì.

In montagna Arzani si distinse da subito per la sua preparazione e la sua intelligenza nella guerriglia conquistandosi la fiducia di tutti sul campo, giorno dopo giorno, tanto che quando la banda di Marco si fece troppo numerosa e si decise quindi di dar vita a un nuovo distaccamento, il comando di questo venne affidato proprio a Chicchirichì, che nell’agosto del 1944, partecipò alla battaglia di Pertuso (24-27 agosto 1944): “Poi, va be’, il terzo giorno verso l’una è arrivato il Peter, ma qui la battaglia di Pertuso l’ha sostenuta l’Arzani”, rivendica con orgoglio Alessandro Ravazzano, Cucciolo. Durante la battaglia, in effetti, Chicchirichì rivelò a pieno le sue doti di comandante e di trascinatore, organizzando di continuo i reparti che dovevano penetrare nelle “strette” a contrastare il passo al nemico e portando al fuoco persino i cuochi del distaccamento, che erano reclute. E proprio durante questa battaglia, avvenne il suo ferimento: fu colpito al ginocchio destro, che venne passato da parte a parte da una pallottola di fucile; una ferita non particolarmente grave, ma a causa della quale non era in grado di camminare.

Il loro canto copriva il pianto di Repubblica e mio. Erano le dodici passate del 29 agosto 1944. Il 16 ottobre 1944 venne costituita una brigata partigiana intitolata a lui, la Brigata Arzani e subito dopo la Liberazione, la sua salma venne traslata: il Cln di Viguzzolo ne celebrò le esequie il 6 maggio 1945 e Virginio venne sepolto nella tomba di famiglia. Nel 1954 gli fu assegnata la medaglia d’oro alla memoria al valore militare e in ricordo suo e dei suoi compagni sono state deposte lapidi a Pertuso e a Cerreto; il paese d’origine gli ha dedicato prima una strada, poi una stele e numerose sono state le iniziative pubbliche con cui Viguzzolo, ma non solo, ne hanno tenuta viva la memoria con incontri, mostre fotografiche, spettacoli teatrali, cd musicali. Quest’anno, nel centenario della nascita, verrà apposta, vicino al monumento a lui dedicato, una lapide, in cui un codice QR rimanda al libro curato dalla sottoscritta e da Pierluigi Pernigotti, Il canto di Chicchirichì, che Isral e Comune di Viguzzolo gli hanno voluto dedicare nel 2001.

Graziella Gaballo