Sabato 26 marzo alle ore 17.00, presso il “Ridotto” del Teatro Civico in via Amm. Mirabello 3 a Tortona, si terrà l’inaugurazione della mostra che il Comune di Tortona ha voluto dedicare a Petro Bisio nell’occasione del suo novantesimo compleanno: “Tutto il resto è polvere da sparo”, come spesso nei suoi coloriti intercalari a dire tutto ciò che non è arte, è il titolo di questa rassegna che ripercorre la lunga storia pittorica di Bisio attraverso esempi significativi, dagli anni della formazione alla produzione più recente.

L’evento sarà anche l’occasione per presentare una delle ultime realizzazioni di Bisio, donata proprio al Comune di Tortona: un dipinto di grandi dimensioni (140 x 190 cm) dipinto su una tovaglia cerata dal titolo “Hiroshima”.


La mostra, promossa da Comune di Tortona e Società Storica Pro Iulia Derthona, è stata curata da Manuela Bonadeo e Giuseppe Castelli, autori anche del catalogo realizzato dalla grafica di Graziano Bertelegni e stampato con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona, sarà visitabile fino al 17 aprile nelle giornate di sabato e domenica dalle ore 15.30 alle 19.00.

All’evento di inaugurazione, oltre all’autore, saranno presenti il Sindaco Federico Chiodi, il Vicesindaco e Assessore alla Cultura Fabio Morreale, Ottavio Pilotti presidente della Pro Iulia, Manuela Bonadeo e Giuseppe Castelli per illustrare temi e contenuti delle opere esposte.

Pietro Bisio è autore noto ben oltre i confini provinciali in cui ha deciso di vivere, ultimo di una generazione di artisti educata nella Brera degli anni Cinquanta e votata ad esprimere con il linguaggio della modernità la complessa situazione storica e sociale della seconda metà del secolo scorso. Nato a Casei Gerola, il 28 marzo 1932, Bisio ha sempre nutrito forti legami di tipo professionale e sociale con Tortona e il tortonese, confrontandosi in lunga amicizia e pratica pittorica con gli altri protagonisti di una stagione artistica molto intensa come Piero Leddi, Giancarlo Marchese, Michele Mainoli. 

Dalla critica viene sottolineato come il pittore Bisio sia interprete di quella “contadinità” che ha tradotto in pittura il mondo stesso in cui è nato, quello di una cultura antichissima legata ai ritmi e ai valori della terra e destinata a repentini e traumatici cambiamenti nel boom economico del secondo dopoguerra. Questa scelta lo ha allineato con la cultura figurativa milanese che va sotto il nome di “realismo esistenziale”, attenta alla tradizione del realismo ma aperta ad esperienze moderne europee ed americane.

Una soluzione sempre sottesa alla ricerca di Bisio, tracciata con un segno molto personale nella grafica e caratterizzata da una pittura di inquieta e tormentosa immaginazione che fa uso delle tecniche meno convenzionali – il dripping, il polimaterismo, la parola, il colore puro – e che è rimasta attenta ad interpretare la complessità del contemporaneo attraverso i linguaggi più aggiornati.