L’occidente della nostra provincia ha nel dopoguerra uno sviluppo industriale d’eccezione per merito di due imprenditori giovani ingegneri: Giuseppe Fracchia e Cesare Pettazzi

Giuseppe è il terzo figlio di Teresa Goretta e Pietro, nato nel primo anno del XX secolo, dopo  Maddalena e Angiolina, prima di Cecilia; quest’ultima diventerà anche la cognata, dopo il matrimonio con Cesare Pettazzzi.


Il giovane è gracile, il padre è agricoltore, conosce la fatica del lavoro nei campi per cui ambisce una sistemazione diversa dal lavoro dei campi per questo figlio maschio.

L’ingegner Rossi di Torino, datore di lavoro del genitore, suggerisce a Pietro, guardiano della “Rocca” di Quattordio, di avviarlo agli studi.

Frequenta per merito di tale suggerimento, la Scuola d’Arti e Mestieri ad Alessandria, a quel tempo, in via Lumelli.

Terminata la scuola eccolo la lavoro: al compimento del quattordicesimo anno d’età è in Val di Susa presso la filiale d’Ulzio, della Banca San Paolo di Torino.

Giuseppe non abbandona il sapere, s’iscrive prima aI1’Istituto Tecnico di Asti; quando consegue il diploma, eccolo a frequentare Ingegneria Elettrotecnica al Politecnico di Torino, ove conosce probabilmente il futuro cognato: Cesare Pettazzi.

Intanto le strade si dividono, Giuseppe  lavora per la Compagnia Generale di Elettricità di Milano, negli anni ’30 è negli Stati Uniti laddove acquisisce notevoli esperienze, per ritornare a “casa” con intenzioni imprenditoriali.

Una manna per quei Paesi posizionati nella parte occidentale del Piemonte.

                                                                                         Franco Montaldo