Le osservazioni e le proposte tecniche elaborate della Regione Piemonte sulla proposta di Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (CNAPI), confermano quanto già conosce qualsiasi cittadino della provincia di Alessandria che abbia vissuto gli ultimi eventi alluvionali del 2019 e le battaglie per la tutela delle falde acquifere. I sei siti individuati nella provincia di Alessandria non sono idonei ad ospitare il deposito unico nazionale.

Questo perché insieme alle quattro barriere ingegneristiche progettate per il contenimento permanente dei rifiuti radioattivi a bassa e media intensità e per la sistemazione temporanea dei rifiuti ad alta attività, deve necessariamente essere garantita la tenuta anche tramite la quinta barriera, ovvero quella naturale, costituita dalla geologia del sito.


I siti individuati nel comune di Bosco Marengo e Sezzadio, sono stati interessati da eventi calamitosi del 2019, per cui è stato riconosciuto lo stato di emergenza. I siti individuati a Quargnento sono interessati da dissesti idrogeologici contenuti nel PAI (Piano assetto idrogeologico), così come, insieme al sito di Oviglio, dalla presenza della falda acquifera superficiale. In caso di eventi meteorici di particolare intensità e durata, sempre più frequenti nella nostra Regione a causa del cambiamento climatico, l’acquifero superficiale favorirebbe una risalita fino alla riattivazione stagionale di falde sospese, prossime al piano di campagna, che potrebbero interferire pericolosamente con le fondazioni del deposito.

Tutta l’area dell’alessandrino è caratterizzata dalla presenza di una risorsa idrica strategica per la Regione Piemonte, in quanto il sistema acquifero profondo di pianura è considerato una riserva d’acqua prioritaria per il consumo umano. Nell’individuazione dei siti nella CNAPI, purtroppo, non si è tenuto conto della presenza delle aree di ricarica del sistema acquifero profondo, delle porzioni di acquifero indifferenziato, dei pozzi acquedottistici a valle, delle zone di riserva caratterizzate dalla presenza di risorse idriche sotterranee destinate al consumo umano.

Queste criticità, ben esposte e documentate nelle osservazioni, qualificano tutte le aree alessandrine con un rischio inaccettabile per l’insediamento del deposito Unico Nazionale. Questi dati sostengono con ancora più forza la battaglia che portiamo avanti da anni, ad ogni livello istituzionale, in difesa della preziosa risorsa idrica sotterranea da attività che potrebbero comprometterne la potabilità.

Sean Sacco, Capogruppo regionale M5S Piemonte Susy Matrisciano, Senatrice M5S