Pubblichiamo di seguito la lettera al giornale giunta da Piero Massiglia, componente del CPAE (Consiglio Parrocchiale per le Attività Economiche) della Parrocchia di San Martino Vescovo, che chi ha inviato gli aggiornamenti sullo stato dell’abside della Chiesa Parrocchiale che, purtroppo,  è ancora  in attesa di essere “consolidato e restaurato”.

Ricordiamo che è necessario che la Comunità tortonese fornisca degli aiuti, in quanto i contributi ottenuti dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MIBAC),  non saranno sufficienti per effettuare i lavori di restauro dei quadri, degli affreschi e delle vetrate che anche loro hanno subito danni.


Egregio Direttore,

ritorno a parlare della Chiesa Parrocchiale di San Martino Vescovo di Carbonara Scrivia.

Ricordo che nel 2018 l’abside della chiesa, a seguito di evidenti e pericolose crepe, è stata messa in sicurezza grazie alla generosità dei Parrocchiani e ai contributi della Fondazioni CR di Tortona, della Fondazione CR di Alessandria, del Comune di Carbonara, che ci ha aiutato anche acquistando il campo sportivo, da tempo in uso all’ente, della Pro-Loco di Carbonara e della S.O.M.S. – Società di Mutuo Soccorso di Carbonara.

Nel corso dello stesso anno è stato chiesto al Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MIBAC) un contributo per il consolidamento statico e per la riduzione della vulnerabilità sismica della porzione absidale unitamente al suo restauro architettonico.

Una volta ottenuta la conferma del contributo di 250.000 euro, si stava iniziando l’iter, quando l’arrivo del lockdown all’inizio del 2020, ha fatto slittare tutte le pratiche amministrative e tecniche necessarie per procedere prima alla progettazione e poi ai lavori di consolidamento e restauro.

Ricordo, per inciso, che il Ministero è il dominus, vale a dire è l’ente che curerà tutte le procedure, dalla nomina delle figure professionali alla scelta della/e impresa/e che effettueranno il consolidamento statico e la riduzione della vulnerabilità sismica della porzione absidale, unitamente al suo restauro architettonico.

Nell’estate del 2020, sono (erano) state individuate le figure tecniche, quali il RUP (Responsabile unico di procedimento) indicato, per conto del MIBAC, dalla Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per le Province di Alessandria Asti e Cuneo e i tecnici per la progettazione architettonica e strutturale e per il coordinamento della sicurezza.

Purtroppo, come è noto, nei mesi di ottobre e novembre scorsi, si è riacutizzata la situazione sanitaria e sono ritornati i rallentamenti che avevamo già vissuto all’inizio dello scorso anno. Ancora, e non ci voleva, il RUP, proprio in questi giorni, ha lasciato l’incarico e quindi stiamo aspettando la nuova nomina, sempre comunque sollecitando la “partenza dei lavori”, anche ed in particolare con il sostegno della Diocesi di Tortona che non manca di assisterci.

Spero che a breve venga nominato il nuovo RUP e si dia corso alla gara per la scelta della/e impresa/e, così che finalmente si possa partire.

Il contributo, pari a 250.000,00 euro deliberato e, come detto, gestito direttamente dal Ministero, è destinato alle opere di consolidamento strutturale dell’abside, ma poi sarà necessario provvedere al restauro dei quadri, degli affreschi e delle vetrate che hanno, anche loro, subito dei danni a causa delle fessurazioni che si sono aperte nelle murature.

Tutti questi lavori sono molto onerosi e la Parrocchia non ha la forza di sostenerli con fondi propri. Questi ultimi mesi, tra l’altro, hanno visto di fatto il “prosciugamento” delle casse parrocchiali. Come si può immaginare mentre da una parte le spese correnti, quali utenze e manutenzione ordinaria, continuano a presentarsi periodicamente, dall’altra tutte quelle funzioni e attività, quali benedizione famiglie e eventi come il banco di beneficenza e lotterie, che sono la linfa vitale per una parrocchia di circondario, non si sono potute svolgere causa dell’emergenza sanitaria e la Parrocchia di San Martino fatica anche a sostenere l’ordinario.

Mi sento di affermare che noi, Parrocchiani e Comunità, siamo i custodi, tra l’altro, della nostra Chiesa Parrocchiale e di tutti i beni in essa contenuti. L’abbiamo ricevuta in eredità dai nostri nonni e dai nostri padri e abbiamo il dovere di tramandarla a chi verrà dopo di noi in condizioni uguali o migliori di quello in cui l’abbiamo ricevuta. Questo significa che dobbiamo essere parte attiva affinché anche in questa occasione, tutti insieme, contribuiamo alla custodia della nostra chiesa.

Cercherò e cercheremo, in questo percorso, di farci accompagnare anche dai contributi che chiederemo alle Fondazioni e agli Enti Pubblici.

Gentile Direttore confido nei nostri Parrocchiani e nella nostra Comunità e grazie, semplicemente grazie, per avermi accolto nella tua testata.

Piero Massiglia Componente del CPAE della Parrocchia di San Martino Vescovo