Loredana, ragazza occhi cielo, come ti descriveresti come persona e come artista? Come persona sono istintiva e riflessiva …opposti, questi, che coesistono in me. Quando talvolta, magari, la mia istintività mi porta a dover chiedere scusa, dopo rifletto molto sull’accaduto e cerco di migliorare. Sono poi emotiva e glaciale, un altro opposto che considero mio cioè sono talmente sensibile che il brutto, fatto con cattiveria, mi lascia di ghiaccio… ma proprio per questo ringrazio Dio. Oggi infatti considero tutto ciò come prova di misericordia, come eventi che – anziché rendermi triste – mi fanno sentire libera proprio perché non ne subisco l’intenzione. Del resto, cerco di disegnare linee con impegno e gioia, provo ovvero a tracciare scie profumate. Come artista, invece, mi ritengo una macchina sempre in moto, che viaggia di continuo, e mai mi stanco con la voce pur cantando senza sosta. Anche quando dormo sento la musica e la ringrazio per darmi tanta forza e voglia di vita.

Da lunedì 30 novembre è disponibile in fisico e in digitale il tuo nuovo album, per Azzurra Music, dal titolo “C’è vita” per i tuoi dieci anni di carriera. Qual è un “bilancio” che ti senti di condividere con noi del tuo percorso dagli esordi ad oggi? E quanto pensi di esserti trasformata interiormente e musicalmente dai tuoi primi passi nel mondo della musica? Il 30 novembre è stato un grande giorno per me, musicalmente e umanamente. Questo nuovo disco, prodotto da Marco Rossi, vuole essere un album per festeggiare un decennio di musica con tutte le persone che hanno creduto in me, disinteressatamente e con lungimiranza.


Essere una cantante tanto apprezzata cosa significa, cosa ovvero comporta altresì in termini di privilegi e quali, invece, le eventuali necessarie rinunce? Dai primi passi ad adesso c’è una maggiore maturità. Se potessi, probabilmente, cambierei qualcosina… dal look (da cui a volte, inconsapevolmente, si potrebbe spostare l’attenzione) al non cantare mai in modo incerto e spaventato, non del tutto focalizzato sulla canzone. Con l’aiuto dell’umiltà e della disciplina, ho voglia di essere per l’arte la verità che esiste per le persone che lottano con fede e amore. Il primo stimolo per un artista è misurarsi con le proprie emozioni e i propri limiti. Agli inizi pensavo che questo fosse un ostacolo, nel senso che non mi sentivo sicura. Nel mio cuore volevo cantare l’amare e dare forza alla gente, ma non ne ero pronta. Credevo che, essere conosciuta come non volevo, fosse invalidante però, dopo aver attraversato tanti miracoli, penso solo che sia stata una bellissima evoluzione che mi ha portata qui, oggi, a raccontarmi. Il privilegio di questo lavoro, oltre a ricevere moltissimo affetto dalle persone, è proprio quello di poter cantare e continuare su questa strada con fiducia, oltre tutto e tutti, perché la Musica è un dono immenso che la stessa natura è capace di suonare.

Come nasce e perché il titolo C’è vita” per il tuo nuovo album – e, inoltre, viene alla luce con una ben precisa aspettativa oltre che con una chiara intenzione? “C’è vita” nasce concretamente come album. Il titolo l’ho dato io, è stato naturale ed istintivo. Ho appunto pensato al valore della vita e a quanto sia un dono prezioso e a come, purtroppo, il Covid-19 l’abbia messa a durissima prova. Essere arrivati al cuore con questo mio album è oltre le aspettative e, appena sarà possibile eseguirlo dal vivo, spero possa esserci un bel momento di musica con bei messaggi da trasmettere. Come dire <<La quiete dopo la tempesta>>.

Vi è un messaggio in particolare che vorresti trasmettere con il tuo cd “C’è vita”? Sì, certo: forza, speranza, fede, essere luce per se stessi e per gli altri. Messaggi per le persone sensibili, alle quali a volte sembra di non poter riuscire ad affrontare i labirinti dell’esistenza.

Hai voglia di raccontarci del tuo disco “C’è vita” attraverso ciascuna delle sette tracce di cui è composto? In “C’è vita” ci sono testi di vari autori… non ho fatto nessuna fatica a rivedermici, potendo dunque interpretare con verità ogni singolo testo.

Nel tuo album “C’è vita” si affronta il tema di quanto sia importante dare valore alla propria vita e, non per niente, i testi sono stati cuciti addosso a te, che dalle negatività e dagli ostacoli che l’esistenza ti ha posto davanti sei sempre riuscita a uscire con il sorriso. Personalmente, quale reputi essere il valore e senso fondamentale ed imprescindibile dell’esistenza? Il valore della vita – per me – è la vita stessa, amarla ed amarci. Sono convinta che l’esistenza non sia una nostra decisione …Che si nasca fortunati o sfortunati, bisogna affrontarla e dare una guida personale, autentica, nonostante tutto… dove tutto [ciò che si ha] è il presente, il futuro e quel che può accadere. Ma, secondo me, questo “tutto” deve avere flusso di bene. A mio parere, la cosa imprescindibile è proprio il bene, che io vedo in Dio, nella sua potenza, nel suo amore e nelle tante cose che succedono e che vanno al di là delle nostre aspettative!   

Hai affermato che <<dentro ogni vita c’è una fiaba da scoprire con semplicità e rimanendo se stessi, mostrandosi per quello che si è – che questa è la cosa più importante (…)>>. Cosa intendi tu con “fiaba” e ritieni che volere sia sempre, per tutti ed in ogni circostanza potere per cui non è utopico non scendere mai a compromessi, ad una sorta di baratto per raggiungere i traguardi ai quali si ambisce? Uso il termine “fiaba” perché trovo romantico, per la vita, essere descritta così. La vita, d’altronde, è anche questo ché dopo varie esperienze negative ci si accorge di quanto, amandola, delicatezza e gentilezza possono far la differenza e di come rendano speciale tutto ciò che è per l’appunto vita. Il grande racconto dell’esistenza è di certo stato scritto per un atto di grande amore, dove la mia fede nasce naturalmente e dà un senso di speranza a e in tutto ciò che faccio. Desiderare un qualcosa alimenta i nostri sogni e la vocazione di non sentirci repressi e pervasi. L’unico compromesso che vedo possibile è solamente quello con se stessi, rinunciando con impegno ai lati non produttivi, per sé e per chi crede, lavora e investe in noi. Quindi codesto, più che un compromesso, mi piace chiamarlo continua crescita, attenzione e rispettoso riguardo.  

C’è un collega e/o una collega che stimi in modo particolare, con il quale/la quale ti piacerebbe realizzare un progetto musicale e per quale ragione? Sono molti gli artisti che mi colpiscono e con cui istintivamente sognerei di cantare ma tuttavia, consapevole della mia timidezza, so che essa a volte non mi fa osare. Al momento non saprei indicare un nome, non di meno sarebbe un onore ricevere un tale invito da parte di un mio o una mia collega.

Quali i tuoi prossimi progetti a breve e a più lungo termine? Nei miei progetti futuri c’è l’uscita di un nuovo singolo e, come di sicuro anche per altri artisti, l’attesa trepidante di ritornare a cantare dal vivo. Grazie e buona Musica a tutti.

Giulia Quaranta Provenzano