La situazione è sotto controllo ma è innegabile che se non si procede con le vaccinazioni, ben difficilmente si potrà uscire dalla pandemia.

E’ questo il pensiero di Don Cesare De Paoli, direttore del Centro Medico “Paolo VI” di Casalnoceto (nella foto in alto) dove il numero dei contagiati da Covid-19 è in leggero aumento rispetto a una decina di giorni fa. Beninteso di poche unità perché il numero degli operatori positivi è salito da 17 a 23 e il numero dei ragazzi ospiti da 20 a 24, ma Don Cesare, pur avendo la situazione sotto controllo, non nasconde una certa apprensione.


“Sono preoccupato – dice – è inutile negarlo e non tanto per la situazione che riguarda i positivi che è sotto costante controllo, in quanto gli operatori sono tutti in isolamento presso le loro abitazioni mentre i ragazzi sono in isolamento all’interno della struttura e abbiamo adottato tutte le misure previste in questi casi quindi monitoriamo continuamente quello che sta accadendo e la sua evoluzione, ma perché, purtroppo, sono stati vaccinati solo gli operatori socio-sanitari ma non quelli sanitari. Nessuno di loro ha ancora ricevuto la dose di vaccino e mi auguro che al più presto le Autorità preposte provvedano in merito.”

La motivazione per cui gli operatori sanitari non sono stati ancora vaccinati è perché, a quanto pare, mancano le dosi di vaccino e sappiamo che senza un’adeguata copertura vaccinale difficilmente il virus cesserà di propagarsi.

In attesa di ricevere il vaccino il Centro ha isolato le “Zone Rosse” che sarebbero quattro, in modo che il virus possa essere contenuto. Ricordiamo che tutti gli ospiti adolescenti sono asintomatici e fra gli operatori pochi presentano lievi sintomi, ma è fuor dubbio che stiamo parlando di una struttura molto importante oltreché delicata che raccoglie ragazzi con problemi provenienti da molte zone del nord Italia e alcuni di loro vengono inviati direttamente dall’Autorità Giudiziaria. Quindi parliamo di una struttura che per la tipologia dell’attività che svolge, a nostro avviso, meriterebbe maggior attenzione da parte di chi è preposto al Piano vaccinale.

E’ vero che il Centro “Paolo VI” di Casalnoceto è una struttura privata ma è indubbiamente una delle più grandi d’Italia e l’impressione che abbiamo avuto in questi mesi, nel raccontare quello che succede all’interno riguardo al Covid, è che, il Centro, pur dotato di professionisti all’altezza, il Centro sia stato lasciato un po’ da solo a gestire una situazione di alta pericolosità, da parte delle strutture sanitarie e di tutti il sistema che, invece, a nostro avviso, dovrebbe avere particolare attenzione nei confronti del Centro Paolo VI di Casalnoceto perché ospita persone sensibili e soprattutto dotate di patologie delicate.

Il Centro “Paolo VI” è una struttura imponente con parecchie centinaia di persone fra ospiti e lavoratori, tuttavia lo Smart Working non è una modalità autorizzata dall’Azienda “Anche perché – conclude Don Cesare – abbiamo una tipologia di lavoro che non è compatibile: i nostri ospiti devono essere assistiti e accuditi personalmente e questo, ovviamente, non si può certo, fare da casa.”

Ogni giorno, quindi, si assiste a un continuo via vai di persone fra operatori sanitari, operatori socio sanitari e pochi impiegati, a cui si aggiungono ospiti in arrivo o partenza, fornitori, professionisti esterni e tanto altro. Ecco perché questa struttura merita tutta l’attenzione e la cura possibile, essendo un fiore all’occhiello, non solo della Diocesi di Tortona ma di tutto il territorio nazionale.