SER, all’anagrafe Marco Di Lauro, è un rapper nato a Pietrasanta e cresciuto a Massa. Ha cominciato a comporre a sedici anni per sfogare attraverso la scrittura le personali inquietudini e pensieri, per darsi forza ma anche per trasmettere forza agli ascoltatori. Nei suoi testi parla di se stesso, del suo vissuto, delle sue lotte e pure del suo sogno: quello di fare del rap la sua professione.

SER ha deciso così di intraprendere lo studio del canto presso la scuola di musica Play The Voice di Massa, con Elena Cirillo, per migliorare la tecnica vocale; in un secondo momento ha iniziato anche un percorso di produzione artistica con la supervisione della stessa Elena, conosciuta quale vocalist/violinista di Francesco De Gregori. Sotto la guida della Cirillo, il giovane ha pubblicato il singolo Sentimentale e Cinico [https://youtu.be/B-a7oU-WJqA] con cui si è qualificato come finalista ad Area Sanremo 2019 – ricevendo un bel riscontro dalla giuria formata dall’attrice Petra Magoni, dal poliedrico Andrea Guido Fumagalli detto Andy dei Bluvertigo, dalla cantautrice Teresa De Sio, dal cantante Vittorio De Scalzi e da Gianni Testa, con la direzione artistica di Massimo Cotto. Con il successivo singolo, Non Ho Tempo [https://youtu.be/RDya7WR9ZLk], la collaborazione con Elena Cirillo è diventata più attiva tant’è che ha composto lei la melodia del ritornello, e suonato il pianoforte ed il violino.


Il 18 aprile 2020 esce l’ultimo singolo di Marco Di Lauro, Estraggo a Sorte”, la cui copertina è stata curata dall’artista Roby il pettirosso il quale è noto per la capacità di divulgare, attraverso il disegno, la cultura. Di “Estraggo a Sorte”, è stata realizzata anche una versione 8D [https://youtu.be/qTUNLlij0Cg]. A seguire l’intervista di Oggi Cronaca, per la rubrica Oggi Musica, a Ser. E mi permetto di sottolineare come, per la sottoscritta, essa sia stata piacevole – trovando, tra l’altro, non pochi punti in comune con lo schiettamente interrogativo quanto intimamente inquieto cantautore toscano.

SER, come nasce e perché questo tuo nome d’arte? Mi ha sempre chiamato SER mio fratello maggiore, Fabio, sin da quando ero piccolo. Non saprei dirti l’origine di questo soprannome, non so da dove derivi ma posso dirti che, non appena ho iniziato a cantare, non ho avuto alcun dubbio su quello che sarebbe stato il nome d’arte dacché sono SER da tutta una vita.

Come ti descriveresti in quanto persona ed altresì come artista? La mia identità personale e quella artistica coincidono totalmente. Sono Marco e sono SER ogni giorno, senza finzione e senza impalcature. Forse SER è soltanto un po’ più libero e, quindi, ancora più autentico…

Il tuo nuovo singolo si intitola “NON PIANGERE STANOTTE” [https://youtu.be/otOZdXy9Y8w] ed è la riscrizione in chiave rap di “Don’t Cry Tonight” di Savage: da cosa ha origine tale tua decisione di rifarti ad un grande classico della musica dance degli anni ’80? L’idea di questo singolo è nata dalla mia manager, Elena Cirillo …Io ho semplicemente cavalcato l’onda, e di sicuro ho scoperto un nuovo modo di concepire la musica. Savage è una leggenda, Matteo Giometto alias Matt Joe un produttore già affermato dunque cosa volere di più adesso?!?

Quale la finalità e quali le aspettative da te riposte sul brano “NON PIANGERE STANOTTE”? Il proposito principale, sinceramente, è quello di far capire che SER è arrivato. Il mio nome sta iniziando a girare nel settore e, di conseguenza, anche la mia musica. Non ho aspettative su questo brano, è il mio primo brano con un’etichetta veramente importante e con collaborazioni di livello quindi spero solo che alla gente piaccia e che venga ascoltato il più possibile!

In “NON PIANGERE STANOTTE” canti <<(…) E quanto amore serve per bilanciare l’odio, e quanta forza serve per diramare il modo, in gola, l’ultimo banco a scuola, correvo in bagno, vibrava il labbro più del vecchio Motorola (…)>>. Cos’è per te l’Amore? E quale il tuo ricordo della scuola, tra i cui banchi non sempre si trova cosa si vorrebbe e servirebbe? Che bella domanda! Mi piacciono le domande sui miei testi, perché portano a galla ciò che sono e cosa penso. L’amore per me è tutto ed è niente. L’amore è in ogni cosa, basta saperlo cogliere. Certamente penso però che, in questo nostro attuale contesto storico, ci sia più odio che amore; e che l’amore non basta mai. Tra i banchi di scuola non sono mai stato uno studente modello e la quinta superiore l’ho passata tutta nell’ultimo banco. Non eccellevo e non andavo male… a scuola ci andavo solamente perché dovevo. I ricordi più belli sono quelli dei momenti con i miei amici, che ancora oggi sono gli stessi di sempre. La scuola come istituzione non mi manca infatti perché dovrei studiare materie che non mi interessano?! Di libri ne ho letti e ne continuo a leggerne, ma perché lo decido io e non perché vengo obbligato. Finché i ragazzi saranno obbligati ad intraprendere un percorso che non vogliono, è naturale che odieranno la scuola. Il modello americano è sicuramente più efficace.

Sempre in “NON PIANGERE STANOTTE” canti <<(…) Ridi perché TI sei liberata dal mio peso, nonna dalla tomba dice: “Non voltarti indietro” (…)>>. A quale TI ti riferisci? Ridi perché TI sei liberata dal mio peso” è una frase indirizzata a tutte le ragazze che non hanno saputo apprezzarmi per ciò che ero. Risultavo, forse, troppo vero e diretto per la loro integrità e dunque scappare era l’unica soluzione e l’unico modo che consideravano opportuni. La maggior parte di loro, queste ragazze ovvero e tuttavia sono sempre tornate da me… ma allora io non ci sono più stato. Mia Nonna, che è la figura che prego e a cui mi aggrappo quando sto male, mi ha sempre dato buoni consigli – pensarla mi fa sentire meno solo. So che lei mi avrebbe detto di non voltarmi indietro in quanto chi ama rimane, chi ama non lascia mai.

E poi prosegui ancora cantando <<(…) lieto di rappresentare una generazione incazzata, rilegata nella perdizione, ci avete amato alla rottura del cordone e lo chiamate amore sì, lo chiamate amore abbandonare nel momento del dolore è peggio di una lama conficcata dentro il cuore (…)>>. Come definiresti la tua generazione e quali le sue specificità, e da cosa deriva tale rabbia a connotarla – da una Natura, da una Casualità matrigna? E tu credi nel destino? La mia rabbia nasce dalle esperienze che ho vissuto, ma non di meno dentro me ho sempre avuto questo fuoco. La situazione presente di certo non aiuta… Come può, oggi ed in Italia, un ragazzo che ha un’età compresa tra i sedici e i trent’anni, non essere arrabbiato? Se non è capito dalla propria famiglia e se viene abbandonato dalle istituzioni, cosa può fa se non sentirsi tale (arrabbiato)!? O scappa, o rimane e se rimane diventa però il frutto di questa società malata in cui attualmente viviamo. Io li capisco in pieno questi ragazzi, tutti a criticarli ma NESSUNO a prova ad aiutare. Il Destino esiste quantunque siamo noi a crearlo. L’universo, secondo me, aiuta chi vuole essere aiutato e gratifica chi è riconoscente nei confronti della vita.

Hai affermato di aver iniziato a comporre a sedici anni per sfogare attraverso la scrittura le tue inquietudini, i tuoi pensieri e per darti forza ma anche per dare forza a chi ascolta la tua musica. Ieri ed ad oggi, qual è la tua maggiore preoccupazione e fonte di trepidazione, qual è cioè il principale motivo di apprensione ed affanno dei tuoi pensieri? Sono talmente cervellotico che probabilmente sempre avrò questa inquietudine dentro di me. Forse senza questi pensieri inquieti non farei musica, non scriverei e non sarei io. Sto cercando di amarmi per come sono. Sicuramente, comunque, gli argomenti che mi fanno guardare il cielo per ore, perso nel vuoto interiore, sono il paragone con il passato e la paura del futuro. Non riesco quasi mai a godermi il presente perché penso troppo al prima e al dopo… Ma alla fine, per me, pensare è vivere.

Se dovessi stilare una scaletta delle tue priorità, professionali e no, a cosa/a chi andrebbe il podio? Al terzo posto metterei l’amore per tutte le persone che sono sempre rimaste al mio fianco e che hanno sempre creduto in me (nella mia musica e no). Al secondo posto vi è l’amore per la mia famiglia e al primo posto c’è l’amore per me stesso. Sono dell’idea che chi non si ama, non può amare [le] altre persone.

Nei tuoi testi parli di te stesso, del tuo vissuto, delle tue lotte e del tuo sogno. Hai voglia di raccontarci tutto questo secondo quanto istintivamente ti viene ora da condividere, perché è urgenza della tua interiorità, “a caldo”? Certo! Dentro di me c’è l’urgenza di raccontare il mio pensiero, che penso possa aiutare tantissime persone. La mia lotta interiore non finirà mai ma, alla fine, è l’unica che mi tiene sempre a galla. Mi metto sempre in discussione e quindi perché un’anima così tormentata e inquieta come la mia non dovrebbe cantare su un palco davanti a migliaia di persone, unendole in un unico coro affinché si sentano – almeno per un po’ di tempo – meno sole?!!

Nella vita tu sei più cuore o ragione, e da cosa pensi sia dovuto il tuo eventuale propendere più per l’una o per l’altra? Quali i punti di forza e di debolezza rispettivamente dell’istinto e della razionalità, dal tuo punto di vista? Io nasco come persona vera, sentimentale, che segue il cuore in ogni situazione ed in ogni momento. Ad oggi, però, sono molto più cinico di un tempo e pertanto penso di pendere più dalla parte della ragione. Credo che trovare l’equilibrio tra cuore e ragione sia il segreto di una vita appagante e felice. A volte serve essere più razionali, altre volte bisognerebbe essere più emotivi… dipende dalle situazioni e da quel che si ha davanti.

Quale è, a tuo avviso, il potere e il maggior pregio e valore della Musica? Secondo me, il più grande potere della musica è quello di trasportare la mente delle persone in luoghi che fisicamente e differentemente non si potrebbero, mai, raggiungere. La musica tira fuori qualsiasi tipo di emozione. E come ci riesce? È nitida e misteriosa allo stesso tempo, perciò chi non la ama?!

Come descriveresti e cosa rappresenta per te la Musica ed ovviamente anche la tua di musica? La mia musica la descriverei come schietta, sincera, diretta e disturbante. Ci sono verità che nessuno vorrebbe sentire, e che io dico ugualmente perché odio chi non affronta i problemi bensì li evita.

Quali i tuoi prossimi progetti a breve e a lungo termine? Il progetto più grande è quello di affermarmi in Italia, e nel mondo, con la mia musica. A breve termine non posso dire niente di preciso, ma (sappi-ate che) ho sempre qualcosa in cantiere, SEMPRE!

Giulia Quaranta Provenzano