È ormai volto al termine un anno epocale, il 2020. Un anno che ha messo in ginocchio il mondo intero, un anno che ha stravolto ogni concetto di “normalità” e il quotidiano a qualsiasi latitudine e longitudine della Terra. Io però non ho molti ricordi dei dodici mesi trascorsi, o meglio, non ho un’immagine vivida, a colori, a gratificare e supportare la memoria e l’album degli istanti ad immortalare un progresso nella mia vita. Piuttosto, quel che ha scandito i dì è stato il ripensare ad altri in cui stavo e, probabilmente, stavamo pressoché tutti meglio.

…Avrei voluto sentirmi, non felice – che è il tale uno stato, per quanto intenso, passeggero – ma serena e in pace con me stessa, fiera di essere bimba, autentica, e di respirare a pieni polmoni ogni attimo tant’è che se tutto fosse finito con un battito di ciglia non avrei avuto da recriminarmi alcuna codardia …Invece sono stata e sono fragile nella mia titanica forza, sono stata e sono debole nel mio erculeo perseverare a dispetto di quelli che ad oggi risultano sempre quali mulini a vento, sono stata e sono sciocca nel folle rinunciare a un poco di amor proprio per un fine ulteriore che è mezzo, ma per cosa, se tuttavia non invera quella giovane donna che profuma nell’animo mio?


Continuo a trascinarmi in una veste che costringe la mia creatività e se n’è andata pure una delle donne più importanti dei miei trentuno anni, mia Nonna Maria, senza sapermi né giornalista né artista o dedita all’Arte per professione. Era silenziosamente orgogliosa, da quando ho iniziato ad impugnare la penna e la lente, di come scrivo, ricerco, studio, organizzo e fotografo con accurata ed instancabile Passione eppure neanche lei ha mai avuto il piacere di vedermi economicamente gratificata per questo. Che è scontato, per coloro che si trovano in una posizione privilegiata, fare uscire di bocca tanti leggeri e facili bei bla, bla, bla eppure per chi si trova a dare di continuo, senza mai ricevere, adeguatamente, la situazione e l’umore sono parecchio differenti …La spesa, le bollette, l’affitto esigono la moneta sonante! Qualcuno poi penserà forse che tutto ciò debba passare in secondo piano se confrontato con la maggiore ed imprescindibile importanza della salute, ma quanti si rendono davvero conto di come proprio la salute la si può anche perdere se ogni giorno si è mortificati nell’impegno, nelle capacità, nella dedizione, nella fattiva volontà e specie dopo aver già dedicato gli anni che avrebbero dovuto essere i più spensierati per crearsi una carriera che la mancanza di opportunità – riservate invece troppo spesso esclusivamente a chi, ereditando a vario titolo, per grazia ricevuta, molto ha… – ha messo alla gogna?!!! 

Lottare è parola chiave per il 2021? Non so; so soltanto che ognuno guarda al presente ed inevitabilmente al futuro che (il presente) porta con sé in maniera diversa. Tutti, comunque, più o meno nutriamo delle aspettative, tentiamo di progredire ed avanzare verso una più soddisfacente direzione ad ogni passo che con entusiasmo o il suo contrario ci restituisce naufraghi su un’isola in tempesta o su una calda spiaggia assolata. Non c’è sicurezza del domani, non ci sarà mai per gli umani limiti che però regalano quel piacere della sorpresa, quell’adrenalina, quella curiosità ed ambizione che è musica per il cuore. Il dono più preziosi che possiamo fare a noi stessi e agli altri è e rimarrà sempre credere che tutto sia ancora possibile, al di là d’ogni tristezza, delusione, sofferenza, amarezza, scoramento. E questo significa prendere coscienza e sentirsi responsabili del bene, e del male, per un oggi migliore, e da migliorare.

Ecco dunque che il mio augurio per il 2021 è di viverlo all’altezza dei propri propositi e del, reale, merito perché le speranze ed i desii non rimangano sol sogni vani ed inconsistenti, ma come un bozzolo prima proteggano ed infine siano principio per quella che magari presto diverrà una meravigliosa, coraggiosa, farfalla con le ali spiegate seppur chissà se solamente entro una sfera di glitter e neve.

Giulia Quaranta Provenzano