L’erosione delle sponde mette in serio pericolo il transito nel Parco dello Scrivia a Castelnuovo e per questo il Sindaco Gianni Tagliani a giorni chiuderà il percorso pedonale e ciclabile, ma si interverrà nel più breve tempo possibile con un maxi progetto da due milioni di euro che non costerà nulla alle casse comunali e che consentirà di ridare a tutta la zona e al Comune più importante della Bassa Valle Scrivia, un ambiente sicuro, migliore e più adeguato di quello che era diventato negli ultimi tempi.

L’amministrazione comunale di Castelnuovo Scrivia, infatti, sarà capofila del progetto che è stato approvato dall’Aipo e dalla Regione. E’ un intervento rilevante sul tratto tra i due ponti, quello sulla SP85 e quello dell’A7. Lo studio e il progetto è stato affidato alla Hydrodata di Torino sfruttando l’Ordinanza di Protezione Civile che consente l’uso del materiale litoide per il pagamento delle opere. Nell’ultima riunione è stato approvato dalla giunta comunale il progetto esecutivo per un intervento sull’asta dello Scrivia: quasi due milioni di euro che saranno finanziati a compenso con la ghiaia estratta.


Castelnuovo Scrivia è l’unico comune in Piemonte che in seguito all’alluvione dell’ottobre 2019, che provocò numerosi dissesti sul territorio provinciale mettendo a rischio di inondazione l’abitato, ha sfruttato la possibilità – consentita dall’Ordinanza del Capo della Protezione Civile – di eseguire opere ripariali e di intervento con il pagamento compensato dalla rimozione dei materiali alluvionali e dai sedimenti che negli anni hanno creato tre grandi isole sulla riva sinistra.

Resta, nel computo metrico, la questione dell’imposta sul valore aggiunto, che nel frattempo è stata iscritta nel bilancio comunale. In settimana, inoltre, verrà adottata l’ordinanza di chiusura di un lungo tratto pedonale del Parco per il pericolo di crollo delle sponde. I cartelli sono già stati posizionati.

“Assumerò l’ordinanza di chiusura del tratto pedonale e ciclabile a conferma del lavoro di progettazione che abbiamo in corso da circa un anno – dice il sindaco Gianni Tagliani – ed ora è stato concluso: occorre intervenire e lo faremo nel migliore dei modi. Utilizzando la ghiaia a compenso dei lavori di protezione e rispettando le caratteristiche ambientali del torrente. La ragione delle continue erosioni sono determinate, a monte dell’abitato, dalla formazione da una decina di anni vere e proprie isole di ghiaia alimentate da ogni piena, ricorrenti nel periodo autunno invernale. Questi mammelloni spingono l’acqua verso la riva destra erodendola e asportando la vegetazione. A fronte della costante erosione, ci siamo confrontati con l’Aipo e con la Regione predisponendo un piano di intervento che possa salvaguardare la natura del torrente e la stabilità della sponda destra che è quella rivolta verso l’abitato affidando allo studio di Ingegneria di Torino, Hydrodata, l’incarico per la progettazione”.  

“Abbiamo approvato un intervento sullo Scrivia rilevante – continua il sindaco – e ringrazio l’assessore Marco Gabusi per l’appoggio della struttura regionale nelle fasi più impegnative del progetto. Che parte da uno studio approfondito di modellazione e rilievo topografico, analizzando nel contempo le caratteristiche geologiche e il comportamento del torrente negli ultimi duecento anni. Con la Regione Piemonte naturalmente anche l’ing. Zanichelli responsabile dell’Aipo che ha impegnato i suoi uffici nel periodo difficile della più recente alluvione che ha colpito le zone nord occidentali del Piemonte.”

Nello studio si legge che “l’alveo tende ad assumere un deflusso irregolare in corrispondenza degli accumuli di ghiaia dove è portato a incidere ortogonalmente la sponda destra con conseguente marcata erosione della stessa laddove la difesa esistente in prismi di calcestruzzo è stata totalmente asportata. Così pure in prossimità del ponte la sedimentazione nel corso degli anni va riequilibrata con l’attesa della piena funzionalità delle luci del ponte.”

Gli interventi previsti dal progetto riguardano la ricalibratura e il rimodellamento dell’alveo inciso, con rimozione del materiale solido che determina un deflusso idrico irregolare. La localizzazione degli svasi, concentrati in quattro tratti lungo il tronco, è definita in modo da concentrare il filone principale di deflusso, e quindi le velocità di corrente più elevate, nella porzione centrale dell’alveo inciso, riducendo così le velocità in adiacenza delle sponde. Inoltre la realizzazione delle opere di difesa longitudinale in massi di cava nei tratti attualmente interessati dal dissesto: a difesa della sponda destra in prossimità delle zone in cui si è accumulata negli anni una quantità rilevante di ghiaia e in parte in prossimità del ponte in sponda sinistra.

I risultati attesi  sono quelli di ridurre l’incidenza delle sollecitazioni verso le sponde dell’alveo inciso, favorendo un andamento sinuoso e regolare della corrente in piena al fine di evitare l’erosione alla base delle sponde incise e la conseguente possibile estensione oltre il dissesto indotto dall’erosione stessa . Inoltre si favorirà la capacità di laminazione dell’alveo inciso nel suo complesso, evitando il sovralluvionamento, la progressiva trasformazione delle barre laterali in aree stabili, con effetti della riduzione della capacità di invaso e di ritardata attivazione della piena. Mantenendo l’alveo, favorendo ramificazioni e utilizzando il materiale in eccesso per migliorare i sentieri del parco e favorire il passaggio pedonale. Sulle zone a valle del ponte non sono previsti interventi: soprattutto sulla riva sinistra affinché si favorisca e si mantengano le lanche e i meandri sulle rive argillose ove prosperano i gruccioni, i martin pescatore e i riparia-riparia.

Di seguito altre immagini del dissesto.