Antonino Spadaccino è un cantante italiano divenuto noto nel 2004, in seguito alla partecipazione alla quarta edizione del talent show “Amici” di Maria De Filippi dove si è classificato primo, vincendo anche il premio della Critica. Ed è con non poco piacere che noi di Oggi Cronaca abbiamo volentieri intervistato, per la nostra rubrica Oggi Musica, il trentasettenne originario di Foggia in occasione dell’uscita dell’EP “Christmas” in cui la sua magica ed intensa voce è tornata con una nuova emozionante sfida dato che con esso fonde il suo stile tipicamente soul e R&B con la tradizione sonora del Natale, andando a realizzare uno dei suoi tanti desideri musicali e cioè comporre un album natalizio. A seguire l’intervista.

Antonino, venerdì 11 dicembre è uscito in digitale “Christmas”, il tuo nuovo EP di Natale (distribuito da Sony Music). Hai voglia di raccontarcelo attraverso la condivisione di cosa rappresenta per te ciascuno dei sette brani del cd? Produrre e incidere un album natalizio è sempre stato un mio desiderio. Sono sempre stato legato all’atmosfera del Natale e quest’anno – così particolare – probabilmente ha contribuito alla scelta di tornare in studio per la lavorazione proprio del mio primo cd di Natale, “Christmas”. Ogni canzone contenuta in questo album coincide con un ricordo speciale, con un momento in famiglia piuttosto che a 25 dicembre passati con amici vicini e lontani …Ed è per questo che ho optato per tali brani.


Qual è il messaggio che vorresti trasmettere con l’album “Christmas”, e con quale intenzione viene alla luce? Il momento in cui ho deciso di produrre “Christmas” è stato molto ma molto singolare. Durante il primo lockdown ero chiuso in casa a lavorare al nuovo album di inediti quando, durante una pausa, ho lasciato andare la playlist di Amazon Music in riproduzione casuale e dopo poco è partita “Christmas (Baby please come home)” di Darlene Love. Mi sono sentito per un attimo sollevato: l’atmosfera natalizia e nostalgica mi ha ricordato il buono delle cose, il valore della famiglia e il calore degli affetti. Con questo album desidero donare un abbraccio virtuale a coloro che non potranno trascorrere appunto le feste serenamente, in famiglia, circondati ossia dagli affetti e da ciò che conta veramente. Vorrei fosse “Christmas” la colonna sonora di questo Natale 2020.

Sempre l’11 dicembre sono usciti in radio i tuoi primi due brani estratti da “Christmas” e cioè “O HOLY NIGHT” e “HAVE YOURSELF A MERRY LITTLE CHRISTMAS” con Emma. Chi è Emma per te, e cosa ammiri ed apprezzi in particolar modo della donna e dell’artista che hai dichiarato più volte di considerare assai preziosa? Conosco Emma da anni e, prima di essere due artisti che si stimano, siamo due persone che si sono trovate. Ci lega una profonda amicizia. Emma per me è una grande Donna, un’Artista con la A maiuscola, una performer eccezionale e un’instancabile professionista dalla quale si può solo che imparare. È una persona di cuore, sensibile e forte allo stesso tempo ed è questo che amo di lei, ovvero la sua forza e la sua fragilità. Emma è una donna che non ha paura di mostrarsi per quello che è. Ecco perché, per tutto ciò, la considero davvero una persona rara e preziosa.

Ed ancora, hai raccontato con queste parole la recente collaborazione con Emma: “E poi succede che una voce amica mi dice <<Anto, quest’anno voglio stare sotto l’albero con te; facciamoci questo regalo, che ce lo meritiamo>>”. Avevi già pensato, prima della sua proposta di condivisione di un altro tratto e tassello di vita insieme, a lei per il tuo progetto natalizio? In realtà ho imparato con il tempo e con l’esperienza che le cose migliori giungono all’improvviso ed avvengono senza programmarle. Il presente duettare con Emma non per niente nasce dalla condivisione… Spesso aggiorno e condivido per l’appunto i miei lavori con lei, così un giorno mi ha chiamato per dirmi <<Anto, sai che facciamo? Facciamo che quest’anno ci facciamo un bel regalo – perché ce lo meritiamo, e facciamo un regalo prezioso a tutti gli italiani …duettiamo su “HAVE YOURSELF A MERRY LITTLE CHRISTMAS”.

Duettare con un/un’altra cantante in generale cosa significa per te e cosa ti induce a farlo? Sono dell’idea che la condivisione sia alla base dell’arte in generale. A mio parere, dalla musica alla pittura, dai film al teatro, la condivisione accresce e fortifica.

Tu come uomo e come artista come ti descriveresti? Penso di essere un uomo determinato, benché a tratti fragile. E, forse, è proprio per questo che la musica è (il più delle volte) diventata la mia armatura, il mio scudo. Credo di essere migliorato e cresciuto molto grazie al percorso artistico intrapreso da anni. La musica in qualche modo mi ha, sempre, salvato e indicato la strada più giusta da percorrere. Sono attratto e incuriosito da chi profuma di verità, ho un’innata empatia per il bello e per gli animi puliti – per questo ci metto un po’ di tempo a fare amicizia, è il rovescio della medaglia. Artisticamente inoltre sono cresciuto con il buon cantautorato italiano, ma anche con la musica della Motown oltreoceano. Mio padre mi ha detto sempre di ascoltare “Buona Musica”, da Battisti a Marvin Gaye, da Mina a Tina Turner. Mi ritengo molto fortunato.

Quale il principale potere, nonché il maggior valore e pregio della Musica – ed ovviamente anche della tua di musica? La Musica ha il potere di accorciare le distanze, di renderci tutti più vicini e partecipi di un qualcosa che non si può toccare con mano ma con la mente, con lo stomaco e con il cuore di sicuro sì. La musica è il vero dono su questa Terra.

Cosa, a  tuo avviso, non può mancare ad un Artista con la A maiuscola e cosa invece gli si può “perdonare”? A mio avviso, ad un vero Artista con la A maiuscola non può mancare l’umiltà. Cosa potrei “perdonargli”? Per capirci, penso sia meglio rispondere al contrario, vale a dire che, al netto delle esagerazioni, ci sono stati grandi artisti, ma grandi davvero, che per eccesso di sensibilità, umiltà, solitudine, il più delle volte si sono circondati di persone che li hanno soltanto consumati… [e vogliate scusarmi se qui io, come Giulia, non posso omettere il fatto che il mio pensiero vada subito a Diego Armando Maradona].

Al di là delle impressioni soggettive che tutti quanti proviamo alla vista, alla lettura e all’ascolto di un’opera, pensi esista un’unica vera possibile interpretazione oggettiva dell’elaborato artistico e di quanto l’artista è riuscito a trasmettere con esso, talvolta persino inconsapevolmente? Io penso che, pur inconsapevolmente, esista un filo rosso qual conduttore visibile accessibile non solo a colui che ha scritto, creato, interpretato o sognato una tal certa opera. Come penso, del resto, che non ci sia soltanto un’unica possibile chiave di lettura. La verità risiede sempre nel(la via di) mezzo. E nel mezzo ci siamo tutti, noi tutti con la nostra esistenza, la nostra quotidianità, le nostre speranze, le nostre proiezioni, le nostre gioie e i nostri dolori. Sono proprio questi fattori e le varie caratteristiche a connotarci in primis come singoli a concorrere, in base alla differente persona-lità, ad una parimenti altrettanto diversa interpretazione personale che è quindi unica.

Hai già spiegato che un giorno di maggio, mentre eri a lavoro su alcuni inediti in pieno lockdown nazionale, lasciasti andare Spotify in riproduzione casuale e dopo un po’ cominciò a suonare “Christmas (Baby please come home)” di Darlene Love.  Non sai se fu per la condizione del detto lockdown, dell’essere chiuso in casa tutto il giorno, oppure per la nostalgia della tua famiglia ma in quel momento alzasti il volume a palla, sentendoti subito meglio. Quel brano a te caro ti portò immediatamente a dicembre, mese dell’anno in cui tutti ci riuniamo con le persone che amiamo (fu ovvero Natale in piena pandemia e con 30 gradi fuori, un vero colpo di fulmine) e cominciasti proprio allora a lavorare al tuo primo album natalizio, “Christmas” per l’appunto. Qual è dunque l’incanto del Natale, cosa lo rende una festa così tanto speciale per te? Come anticipato il Natale ha sempre avuto un posto privilegiato nel mio cuore …E probabilmente il fatto di, crescendo, lavorare lontano da casa ha reso i ricordi dei Natali in famiglia davvero fondamentali. Ecco la ragione per cui incidere un disco di Natale è sempre stato un mio grande desiderio.

A quando risale e qual è il ricordo del tuo Natale più bello? Il ricordo del Natale più bello risale all’anno in cui feci il servizio militare. Avevo 17 anni e, dopo un anno lontano dalla mia famiglia, tornai in treno di notte pur di essere finalmente presente alla Vigilia di Natale. Fu una bellissima scena. Mia madre e mio padre increduli davanti alla soglia di casa, io di fronte a loro, con il mio borsone dell’aeronautica militare. Mamma mi disse <<È tornato il mio ometto, l’ometto di casa>>, mentre mio padre nascondeva appena l’emozione sotto i suoi Rayban in stile Venditti. È un’immagine che non mi abbandona mai, un ricordo che porto con me ovunque.

Quali i tuoi prossimi progetti e desideri a breve, e a più lungo, termine? Questi dodici mesi mi e, di sicuro, hanno insegnato anche ad altri a non programmare, a non proiettare troppo in avanti la propria vita. Il destino rimescola le carte quando e come vuole… Ma, comunque, non vedo l’ora di tornare in studio di registrazione per continuare a lavorare al mio nuovo disco di inediti. In quest’ultimo anno ho scritto moltissimo, un fiume in piena di emozioni che vorrei presto trasporre e mettere in musica.

Giulia Quaranta Provenzano