Lo stress continuo al quale è sotto posto il nostro Sistema Sanitario Nazionale, causato dai numeri in costante aumento dell’epidemia di COVID-19, mette a dura prova la tenuta delle nostre strutture.

A prescindere dalle differenti interpretazioni del fenomeno date da politici ed esperti (reali o sedicenti), la visione che il coordinamento provinciale di Italia Viva intende portare avanti è di buon senso e di dialogo propositivo; in questo senso si intende porre l’attenzione sulle nuove tecnologie possano venire in soccorso ai nostri medici del territorio, aiutandoli in un contesto così critico, ad assolvere ai propri compiti nei confronti dei loro assistiti. Ci riferiamo alla telemedicina, ormai validata dal Ministero della Salute e dalle società’ scientifiche.


Seppure di semplice supporto, le soluzioni emergenziali adottate durante la prima ondata, hanno consentito di proseguire attività di contatto e controllo da parte dei medici di base (anche pediatri) con i loro assistiti; soluzioni strutturali e basate sulle più moderne tecnologie potrebbero, ora, essere un concreto e indispensabile supporto. Si pensi ai più recenti ritrovati dell’ ingegneria biomedica che ha permesso di realizzare device (uno di questi è stato inserito tra le 100 migliori invenzioni del 2019) che permettono al medico di famiglia di effettuare in remoto l’auscultazione respiratoria e cardiaca, di ispezionare gola, orecchie e cute con immagini in alta definizione, mentre il paziente rimane a domicilio: dispositivi che, inoltre, inviano una serie di parametri, quali pressione arteriosa, temperatura corporea, frequenza cardiaca, frequenza respiratoria, saturazione di ossigeno. Così il medico di famiglia o il pediatra ha la possibilità di prendere visione di questi dati in diretta o in differita e suggerire consigli, provvedimenti, terapie.

Una telemedicina di così alto profilo (peraltro già in uso in altri Paesi) aiuterebbe molto da una parte il lavoro dei nostri medici, dall’altra la sicurezza e la tranquillità dei pazienti, evitando eccessivi spostamenti e assembramenti negli studi. Il campo di applicazione nella Medicina generale va, ad esempio, dai pazienti cronici, al monitoraggio del periodo postdimissione o postchirurgico, agli anziani nelle RSA, ai Covid positivi con sintomatologia respiratoria non ospedalizzati; in ambito pediatrico, ai neonati fragili, ai pazienti con patologie croniche, al monitoraggio di infezioni non coronavirus correlate, ma comunque gravi (polmoniti, broncopolmoniti), al monitoraggio di neonati figli di mamma positiva, ai numerosi bambini in un’unica abitazione (case-famiglia).

Le ultime evoluzioni della situazione, con la conseguente normativa nazionale e regionale ci portano a sostenere con forza che sia, ora più che mai, necessario dotare la medicina del territorio di strumenti che permettano una buona telemedicina sia di alto valore non solo sanitario, ma anche sociale.

L’appello alle autorità competenti, a livello centrale e periferico, è che si proceda rapidamente e con determinazione, affinché si realizzi tale processo di  modernizzazione delle infrastrutture e degli strumenti tecnologici: un modello da implementare ora, per fronteggiare l’emergenza, ma che sarà di indubbio valore anche quando l’ondata pandemica sarà rientrata.

Italia viva coordinamento provinciale di Alessandria