“E’ un peccato che non si pensi a valorizzare, anche tramite camminate, le colline del tortonese”. Una frase che dice con un filo di voce, quasi con un misto di rassegnazione, Anna Rita, organizzatrice assieme a Giorgio, per contro del club alpino italiano sezione di Voghera, della escursione che ha visto domenica 18 ottobre circa venti partecipanti camminare da Carbonara Scrivia a Montale Celli, frazione di Costa Vescovato. Una camminata svoltasi attraverso i colli tortonesi e che alla fine, alla sua, ci ha fatto pensare alle sue parole. Già, se lo sono chiesti molti di noi: perché non si valorizzano a sufficienza le bellezze delle colline del tortonese? Spesso, troppo spesso, si pensa che una camminata, una escursione, deve, per forza, avere come meta le Alpi o qualche località più o meno lontana degli Appennini o della Riviera ligure. Non si pensa mai, invece, che si può godere delle bellezze della natura anche con una camminata vicino a casa nostra. Ci sono voluti Anna Rita ed il club alpino italiano di Voghera per farcele scoprire. Ed alla fine della escursione, qualcuno, a Anna Rita glielo ha chiesto se è possibile fare altre camminate lungo le colline del tortonese. Lei ha subito risposto di si ed ha avuto la battuta pronta anche nel pensare al luogo. Ma, al momento, è solo una idea.

Quello che è certo, assieme alla bellezza delle colline tortonesi, ai loro dolci declivi, è un altro valore aggiunto e che ha reso bellissima la giornata: il senso di amicizia, la compagnia che si respira nelle camminate con il Cai di Voghera. Non sono mancate le battute scherzose, ironiche, accanto a discussioni anche di un certo spessore, soprattutto su temi di attualità come l’aumento vertiginoso dei casi di contagi da coronavirus, la situazione che comincia a destare qualche preoccupazione negli ospedali. E, prima della partenza dell’escursione, il presidente del club alpino italiano di Voghera, Natalino, ha ricordato quali sono le regole da osservare, l’utilizzo della mascherina, le distanze da osservare fra un componente e l’altro del gruppo.


La camminata: lunga, molto lunga, alla fine i chilometri percorsi saranno stati venti per quasi sei ore di escursione, ma con poco dislivello, meno di trecento metri. Sentieri quasi sempre larghi, quasi autostrade per chi è abituato alle camminate. Senso di relax per molto tempo dopo la partenza. Si è camminato in scioltezza, quasi senza fatica. Ad un certo punto Anna Rita ha rivelato come il campanile di Spineto avrebbe dominato l’escursione. “Lo si vede anche da Serravalle Scrivia”, conferma Giorgio.

Incontriamo anche tratti di fango che si cerca di dribblare, per quanto possibile, camminando sull’erba o arrampicandosi ai margini del sentiero. Qualcuno guarda gli scarponi che, alla partenza, si presentavano lindi, puliti. Sospirando che una tassa, per queste escursioni, rientra comunque nella logica delle cose. Soprattutto se ha piovuto abbondantemente alcuni giorni prima. Si cammina e ad un certo punto si comincia ad avvertire qualche languore nello stomaco. Ci vorrebbe una barretta energetica, barretta che molti di noi hanno nello zaino, ma il pensiero corre al pranzo che di lì a poco avremmo potuto gustare al ristorante della cooperativa Valli Unite. Il pranzo. Un pranzo che ci sembra ancora immensamente lontano quando Giorgio afferma: “Vedete quel campanile? Là è la nostra meta.” Il campanile. Scrutiamo davanti a noi. Lo vediamo. Ci sembra ancora tanto ed immensamente lontano. Dai, forza. Forza. Ma i passi si fanno sempre più pesanti, il vuoto nello stomaco comincia ad assumere i tratti e i connotati di una caverna. Dai, forza. Ecco, ci siamo, finalmente, varchiamo la porta di ingresso del ristorante. Ottimi profumi ci inebriano.

Quando il pranzo finisce il pensiero corre al ritorno. Altre tre ore di camminata. In qualcuno si annida lo sconforto ed il  pensiero alla miracolosa disponibilità di un auto. Un pensiero che però viene rigettato quasi subito. In cammino. Si torna. Arriviamo alla fine della camminata che il sole sta calando. Affaticati ma contenti.  “Ancora un momento”, dice Giorgio. E’ il momento della foto di gruppo. Foto da inviare a chi non era presente alla camminata, foto ricordo di un gruppo, di un gruppo di amici. E quel dire “alla prossima volta” non sembra essere, in questo contesto, una mera frase di circostanza ma un invito a ritrovarci, presto, molto presto, per un’altra bellissima giornata da vivere e da godere. Dove non ha importanza però questi colli tortonesi…sono bellissimi…davvero…da vivere…da ammirare…da godere…anche per la cucina.

Maurizio Priano