Quando accadono fatti così drammatici come quelli che il cronista, purtroppo, è chiamato a scrivere, non esistono parole che possano lenire il dolore o in qualche modo dare conforto a tutte le persone che vivono questa tragedia.

L’articolo che andiamo a scrivere, quindi, sarà molto breve e più sintetico possibile, nella speranza di trovare un equilibrio tra il diritto di cronaca e il rispetto del dolore delle tantissime persone che hanno voluto bene o anche hanno soltanto conosciuto Luca Bassi, il giovane 13enne deceduto lunedì scorso per un incidente stradale a Forlì, schiacciato da un Tir mentre si trovava sul sedile posteriore della Volkswagen T-Roc guidata dal padre Emiliano al rientro di una bella vacanza; padre che, sempre in seguito a quell’incidente, si trova ancora ricoverato in gravi condizioni presso l’ospedale di Cesena e ovviamente e non era presente al funerale del ragazzo che si è svolto ieri pomeriggio a Pontecurone, di cui vedete alcune immagini prese volutamente dall’alto per rispettare il dolore che ha coinvolto tantissime persone.


Persone che hanno voluto far sentire la loro vicinanza alla mamma Federica Ravera e tutti i famigliari del ragazzo.

Il nuovo parroco di Pontecurone si è trovato davanti una famiglia distrutta dal dolore in un momento dove qualsiasi parola è inutile e malgrado chi scrive sia credente dalla nascita, è difficile comprendere perché Dio abbia chiamato a se Luca così presto, perché abbia scelto lui e non qualcun altro.

Da padre, più che da giornalista, credo che questo sia il dolore più grande che una persona sia chiamata a sopportare, una cosa ingiusta che non dovrebbe mai succedere.

Angelo Bottiroli